amerikaIn un’Europa dove flussi migratori sono sempre più massicci e spesso drammatici, ci troviamo, ormai da anni, a riflettere sulle nostre origini, sulle nostre storie, sulle nostre contraddizioni, ma fortunatamente anche sulla nostra dirompente vitalità

 Maurizio Scaparro

Dal 21 al 25 gennaio, il Teatro Goldoni di Firenze ospita la trasposizione teatrale di “Amerika”, il primo romanzo di Franz Kafka. L’autore praghese ci lavorò per 3 anni (tra il 1911 e il 1914), senza mai completarlo: il romanzo fu pubblicato, incompleto e postumo, solo nel 1927, tre anni dopo la morte dello scrittore.

Amerika Oggi più che mai “Amerika” è  attualità: da anni America ed Europa si trovano a riflettere sulle proprie origini, sulla propria storia, sui propri malesseri. Per questo, Maurizio Scaparro ha deciso di riproporre lo spettacolo, nell’adattamento di Fausto Malcovati, in occasione del Semestre di Presidenza Italiana dell’Unione Europea. Il progetto fa parte degli impegni creativi di Scaparro sul tema de “L’Europa delle diversità” che svilupperà nella prossima stagione tra l’Italia e la Francia. Al ritmo della musica jazz di Scott Joplin, Amerika ripercorre la vicenda dell’emigrante Karl Rossmann, le tribolazioni del giovane uomo-cavallo (Ross – Man) in un’America che rivela già, nella visione fantastica e profetica di Kafka, i mali, le contraddizioni e la vitalità che ne segneranno il futuro.

La storia Karl Rossmann viene costretto dai suoi genitori ad emigrare da Praga in America per sfuggire allo scandalo provocato dal fatto che era stato sedotto da una donna più grande di lui, la cameriera di casa, successivamente rimasta incinta. Il giovane Karl s’imbarca così sulla prima nave diretta a New York. L’Amerika per lui sarà un mondo ora buffo ora tragico, ricco di incontri e scoperte: lo scontro tra due continenti, e due maniere diverse di vedere il mondo.