«Signor Sindaco, l'Ambasciatore Schàfers la ringrazia per la sua lettera e per le sue gentili parole.
Per la sua richiesta I'Ambasciata di Germania cercherà di adoperarsi il più possibile e ha già attivato i reparti di competenza e l'Istituto Archeologico Germanico a Roma. Sarà nostra premura contattarla non appena avremo delle informazioni». L’ambasciatore di Germania in Italia Schàfers ha scritto quest’oggi al sindaco di Isola del Giglio per comunicare la piena disponibilità dell’ambasciata a recuperare l’elmo corinzio rinvenuto a Giglio Campese nel 1962 e trafugato all’estero. Proprio dal Giglio alla fine di luglio era partito l’appello della comunità gigliese per rientrare in possesso del prezioso oggetto. «Vogliamo costruire un percorso che dal Giglio ci porti a dialogare con chi è in possesso oggi dell’elmo, perché dopo tanti anni lo restituisca alla nostra comunità», era stato l’appello del sindaco Sergio Ortelli al termine della conferenza – studio sul ritrovamento del relitto della nave di Campese esattamente cinquant’anni fa. Per l’occasione arrivarono al Giglio i protagonisti di quel ritrovamento: il subacqueo inglese Reg Vallintine che aveva avvistato a 50 metri di profondità, nelle vicinanze della secca Pignocchi, i resti dell’unica nave oggi conosciuta risalente agli inizi del VI secolo avanti Cristo e l’inglese Mensum Bound, archeologo e docente all’’Università di Oxford che si era messo sulle tracce dell’elmo. Oggi la collaborazione dell’Ambasciata tedesca. «Ringrazio l’ambasciatore Schàfers per la sensibilità dimostrata – spiega il sindaco Sergio Ortelli – ci auguriamo che questa sinergia tra Italia e Germania possa portare ad acquisire elementi utili al ritrovamento dell’elmo».
Il relitto del Campese è uno dei più importanti al mondo in quanto si tratta dell’unica nave oggi riportata in superficie degli inizi del Sesto secolo avanti Cristo. La sua origine probabilmente è corinzia in quanto all’epoca il porto della città greca era il più importante e da lì partivano tutti i commerci per il mondo conosciuto. Già nel 2002 un convegno internazionale con le autorità di polizia italiane e tedesche aveva messo in evidenza il tema dell’elmo del Giglio.
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