ROMA – Tra le molteplici conseguenze della pandemia, c’è anche un incremento dei delitti informatici. L’aumento negli ultimi due anni sfiora il 40%, mentre se si analizza il dettaglio delle truffe, la crescita è del 32%. Sia nel primo che nel secondo caso, il segno positivo contraddistingue la maggioranza del Paese.
Dati che emergono dal Rreport di Libera e Lavialibera “La tempesta perfetta 2022. La variate Criminalità”. Di contro, l’analisi dei dati mostra la diminuzione più rilevante per il reato di riciclaggio e impiego di denaro, con il dato in calo del -20%. Calano anche i reati di estorsione, mentre sul fronte droga, nel biennio 2020/2021 i sequestri sono aumentati di quasi il 250% rispetto a quello precedente.
“Esiste – ha affermato don Luigi Ciotti, presidente nazionale di Libera – una variante che, come quelle del virus, provoca malattia e morte sociale indebolendo la democrazia e ostacolando il cambiamento. Ma che, agendo nell’ombra, viene poco localizzata e quindi non abbastanza combattuta. Una variante alla quale rischiamo di abituarci in una convivenza che sarebbe alla lunga letale. Con grande tempestività e indubbia lungimiranza strategica le mafie hanno saputo cogliere le opportunità della globalizzazione, cioè dell’espansione mondiale del “libero mercato”, dove libero vuol dire in sostanza privo di regole, soggetto alla sola legge del più forte. Sono diventate così mafie “imprenditrici”.
Per quanto concerne altri dati, sono ben 3.919 nel periodo pandemico il numero di interdittive antimafia emesse dalle prefetture nei confronti di aziende controllate o condizionate dalle organizzazioni criminali. Secondo uno studio della Direzione investigativa antimafia, condotto a settembre e ottobre 2020, sono state rintracciate 270 imprese che avevano incassato fondi previsti per la crisi da pandemia e che risultavano colpite da interdittiva antimafia: erano già stati erogati 40 milioni di euro.