«Se è veramente un rottamatore restituisca tutti i quattrini, e sono milioni, incassati dai responsabili e corresponsabili del disastro di Mps, altrimenti sarà solo un chiacchierone». Così Matteo Salvini questa mattina davanti al centro direzionale di Mps a Siena si è rivolto al presidente del Consiglio Matteo Renzi. «Chiediamo ai compagni del Pd, le cui casse sono piene, di restituire alcuni milioni di euro: sarebbe un bel gesto da parte di Renzi» ha aggiunto.
«Pronti ad occupare le sedi di Mps» Il segretario della Lega Nord si è anche detto pronto «ad occupare le sedi del Monte dei Paschi a tutela degli azionisti e dei lavoratori che rischiano di rimetterci l’osso del collo per una sinistra incapace. Oggi è soltanto l’inizio, l’avviso di sfratto» ha precisato visto che l’assemblea ordinaria e straordinaria degli azionisti convocata per oggi non si è tenuta per mancanza del numero legale. Questa mattina era presente in sala lo 0,018 contro il 50,01% del capitale richiesto per far svolgere l’assemblea che è quindi slittata a domani.
Salvini: «Dopo il 31/5 Comitato liberazione Toscana» «Il 31 maggio, per la prima volta nella storia della Toscana, la sinistra non vincerà al primo turno e si andrà al ballottaggio» ha aggiunto Salvini. «Porteremo il governatore amico dei rom al ballottaggio – ha proseguito – e contiamo di creare un Comitato di liberazione nazionale della Toscana che mandi a casa questi amministratori incapaci». Accanto a Salvini anche il candidato a governatore della Toscana Claudio Borghi che ha invitato a fare chiarezza sul «buco grosso come una noce di cocco, che sta diventando una sequoia» di Mps. Per Borghi «non è possibile che sia solo il milione di Baldassarri o gli spiccioli di Mussari» ha proseguito Borghi riferendosi alle ipotesi di accusa formulate nei confronti degli ex vertici di Mps dalla Magistratura senese. «Quando si tratta di processi che riguardano questioni minimali di persone di centrodestra – ha concluso Borghi – si è saputo il tragitto di questi soldi fino al tabaccaio. Qui sono stati fatti bonifici, 8 da 17 miliardi complessivi, e non è possibile non si sappia dove sono finiti», ha concluso Borghi. Infine il vicesegretario nazionale della Lega e coordinatore a Siena, Francesco Giusti ha voluto sottolineare la sentenza del giudice del Tribunale di Siena che ieri sera ha deciso il reintegro di una parte di dipendenti di Mps esternalizzati. «E’ la dimostrazione che anche a Siena è possibile ribellarsi, affrontare il potere precostituito e anche vincere le cause», ha detto Giusti ringraziando l’avvocato Luigi De Mossi e «i 250 dipendenti ingiustamente esternalizzati che sono riusciti a portare avanti la causa».
Tribunale Siena: «Mps riassuma dipendenti passati a Fruendo» Il Tribunale di Siena ha dichiarato nulla la procedura di cessione di ramo d’azienda a Fruendo, obbligando così Mps a riassumere i dipendenti passati, il 1 gennaio 2014, da Rocca Salimbeni a Fruendo, la joint venture creata da Bassilichi (60%) e Accenture (40%) a cui Mps aveva ceduto i servizi di Back office. Si tratta di 250 dipendenti della provincia di Siena che avevano presentato ricorso. In particolare il Tribunale ha accertato «l’invalidità (nullità) ed inefficacia del trasferimento di azienda oggetto di controversia – scrive il giudice Delio Cammarosano – tra la cedente Banca Monte dei Paschi di Siena e la cessionaria Fruendo del 30 dicembre 2013, ed accerta la conseguente permanente sussistenza di un rapporto di lavoro subordinato tra la/e parte/i ricorrente/i dal 1/7/2014». I dipendenti passati dalla Banca a Fruendo, grazie anche a un accordo con i sindacati nell’ambito della ristrutturazione di Banca Mps, erano stati 1067 nelle sedi di Siena, Firenze, Padova, Mantova, Roma, Lecce e Abbiategrasso (Milano). Secondo quanto si apprende anche altri dipendenti, residenti nelle altre province, avrebbero fatto ricorso contro il passaggio a Fruendo ai Tribunali delle loro città. Il giudice del Tribunale senese ha poi condannato Mps e Fruendo, «in solido tra loro», al pagamento delle spese processuali.