Sulla prua della barca spicca il numero 140 e una scritta «Perché?»: la domanda che i familiari delle vittime del traghetto Moby Prince si pongono da oltre 25 anni, da quella tragica sera del 10 aprile 1991 quando il traghetto della Navarma diretto a Olbia, in rada a Livorno andò a urtare contro la petroliera Agip Abruzzo alla fonda. Sabato 27 agosto, il giornalista Sandro Lulli, già inviato sportivo del quotidiano Il Tirreno, grande appassionato di mare, si cimenterà nella traversata a remi da Gorgona a Livorno. La partenza dall’isola carcere sarà alle 10 e l’arrivo a Livorno, nel Porto Mediceo, sarà presumibilmente attorno alle 16.30. “Rotta sulla verità”, così Lulli ha voluto chiamare la vogata longa durante la quale terrà in un portafoglio la lista con i nomi delle 140 vittime che «mi daranno la forza – dice – di arrivare fino in fondo».
L’iniziativa Una volta in porto di svolgerà una breve cerimonia davanti alla lapide che ricorda la strage, ricordata nell’occasione con l’hashtag #iosono141. La traversata conta sull’appoggio dell’Unione Canottieri Livornesi e del suo presidente, il campione di voga Filippo Mannucci, ed è stata resa possibile grazie alla collaborazione di vari enti, fra cui l’amministrazione penitenziaria. La vogata longa è stata presentata oggi 24 agosto presso la sede storica dei Canottieri alla presenza, fra gli altri, del consigliere regionale Francesco Gazzetti, della giornalista Elisabetta Arrighi, autrice del libro “Moby Prince. Novemila giorni senza verità”, e di Loris Rispoli presidente dell’Associazione 140 che raggruppa numerosi di familiari delle vittime. Via telefono ha inviato il suo saluto Angelo Chessa, presidente dell’Associazione 10 aprile, figlio del comandante Ugo Chessa, morto nel rogo del Moby Prince.
La prossima vogata longa in Sicilia In chiusura Sandro Lulli ha poi annunciato che a metà settembre sarà a Lampedusa per una vogata longa dedicata ai migranti e alle vittime del mare. Il giornalista sarà sull’isola per conoscere il medico che salva i migranti, nonché protagonista del docu-film di Gianfranco Rosi “Fuocammare”, vincitore a Berlino dell’Orso d’oro. E “Fuocammare” è proprio il nome che Lulli ha impresso sulla poppa della sua barca.