SIENA – È certo che vivere in un ambiente confortevole e accogliente ci faccia sentir meglio, se poi questo spazio fosse pure esageratamente bello ciò dovrebbe permetterci di sviluppare un gusto estetico raffinato, insieme ad un forte senso di appartenenza e condivisione.
Sembra, tuttavia che questo paradigma abbia funzionato perfettamente per le generazioni del passato, ma poco calzi per le nuove generazioni. Internet, i social hanno di fatto ridotto la nostra immaginazione, ci hanno reso convenzionali e stereotipati come fossimo assuefatti al bello.
Chi ha la fortuna di vivere in una città come Siena non può, non deve cadere in questa trappola. Così due classi del corso Costruzione Ambiente e Territorio dell’IIS “S. Bandini” hanno deciso di trascorrere un giorno di scuola alla Fabbrica del Duomo di Siena, un grande laboratorio cittadino.
A piedi, da scuola, passando per le vie principali della città, Banchi di Sopra e Via di Città, fino a raggiungere la Cattedrale. Gli studenti hanno ripercorso, in un viaggio immaginario, ma anche visivo le varie fasi della fabbrica del Duomo. La Cripta o più precisamente il nucleo più antico del Duomo, con un ciclo di affreschi dai colori ancora vividi, come usciti da poco dai pennelli dei maestri pittori del Duecento e per incanto si passa dall’ambiente ipogeo della cripta alla Porta del cielo. Un percorso straordinario, nel sottotetto della cattedrale, dove è possibile ammirare l’interno della cattedrale da una prospettiva di grande effetto visivo, è possibile capire le tecniche costruttive che hanno permesso a semplici uomini, con la forza delle loro braccia di alzare travi, blocchi di marmo, di collocare nelle bifore vetrate tanto belle quanto delicate e fragili; argani, carrucole, chiodi e poi scalpelli di ogni misura.
Il percorso continua in un passaggio suggestivo intorno alla cupola e il campanile, che da piazza Jacopo della Quercia appare incombente, dalla balaustra della cupola pare di poterlo toccare. Si torna a posare i piedi in terra, non è proprio così, camminiamo su un pavimento a commessi marmorei, tessere di marmo di varie colorazioni formano figure mitologiche e bibliche, un meraviglioso percorso conduce nella parte più sacra del tempio. E come una sentinella, a un lato dell’altare, appare il pulpito.
La vita di Gesù e la Storia della Redenzione narrate in otto riquadri, le figure umane si animano in mille espressioni e in altrettante fogge, animali comuni ed esotici, piante da ogni dove, così lasciano la firma Nicola Pisano, Arnolfo di Cambio e Giovanni, figlio di Nicola, all’ora poco più di un ragazzo, che dall’esperienza alla fabbrica del Duomo di Siena rielabora una scultura che non sarà più la stessa. I giovani studenti sono estasiati, meravigliati, non pensavano assolutamente di poter compiere un viaggio a ritroso.
C’è forse tempo, prima di rientrare a scuola, per salire al Facciatone, termine usato per indicare la parte non compiuta del Duomo Nuovo, il progetto tanto grandioso quanto ambizioso che i senesi avevano intenzione di realizzare prima dell’epidemia del 1348. Di nuovo scale a chiocciola molto strette, si avverte qualche esitazione, ma la visione, una volta giunti alla meta è di nuovo meravigliosa! L’occhio spazia a trecentosessanta gradi, il contado e la città, e adesso sono i ragazzi a stupire, l’analogia con gli effetti del Buon Governo è immediata. Il tempo incalza, dobbiamo rientrare, abbiamo lasciato per ultima la visita alla Maestà, la scelta è stata casuale o forse no… la porta si apre ed è un’epifania ai nostri occhi, di colpo si fa sintesi l’immaginario: Dante, Duccio, le domande si rincorrono, si sono mai conosciuti?
Non importa, la luce, i colori, le immagini tutto rimanda ad una visione celestiale. Il percorso è terminato: competenze, gusto estetico, dedizione, collaborazione e senso civico sono alcune delle riflessioni che gli studenti fanno mentre si accingono a tornare a scuola.
Una mattina di giugno, prima del suono della campanella. Un ringraziamento speciale a Opera Laboratori, a tutto il personale che ha seguito con pazienza e grande professionalità gli studenti durante il percorso.
di Angela Ceccarelli, docente Istituto d’Istruzione Superiore Sallustio Bandini di Siena