Ho la fortuna di abitare lungo il tratto ufficiale della Via Francigena, a Siena, e dunque di vedere personalmente – semplicemente affacciandomi alla finestra – chi percorre l’antica strada in direzione di Roma.
Negli ultimi 3-4 anni ho registrato almeno tre fenomeni evidenti. Il primo è il forte aumento, misurabile quasi da una settimana all’altra, del numero di persone che affrontano la Francigena. Il secondo fenomeno è la crescente percentuale di italiani, che si sono via via aggiunti agli stranieri, che erano stati i pionieri, prima ancora che ci fosse l’inaugurazione ufficiale. Terzo ed ultimo elemento, sulla Via Francigena si vede passare veramente di tutto: pellegrini solitari e ragazzi di parrocchia con il prete; coppie di giovani con un pesante bagaglio in spalla e coppie che hanno soltanto un piccolo zainetto (evidentemente qualcuno sta trasportando a destinazione i bagagli in auto o in taxi); piccoli gruppi di persone anziane e famiglie con un bambino per mano ed uno sulle spalle.
Ho potuto dunque confermare di persona, la bontà delle relazioni di Sabrina Busato e Barbara Maria Fantelli al seminario “Welcome Francigena” che si è tenuto a Siena lo scorso 8 marzo, quando hanno riportato alcuni dati già significativi.
Ad esempio che il 75% delle persone affrontano il tratto toscano della Via Francigena a piedi ed il 25% la percorre invece in bicicletta. Oppure che la durata della vacanza lungo la strada è molto variabile: dai 17 giorni di chi (soprattutto stranieri) vuole vivere un’esperienza completa ai 10 giorni che sono un po’ il “taglio” preferito dagli italiani, a chi si limita invece a 3-4 giorni, magari tornando l’anno dopo per fare un altro pezzo di strada. Non meno articolato è il quadro delle motivazioni che spingono a partire: lo fanno come pellegrinaggio religioso il 10% , mentre il 25% si muove per interessi principalmente culturali e il 17% per il desiderio di un’esperienza lontana dal turismo di massa, e proprio per questo spesso lo fanno da soli.
Quindi, sia la mia esperienza diretta (niente affatto scientifica), sia i dati elaborati con interviste e questionari, confermano che la Via Francigena in Toscana è già attraente veramente per tutti, e lo sarà sempre di più se strutture ricettive e operatori turistici lungo il percorso sapranno accogliere i viandanti nel modo giusto: senza snaturare la propria identità, ma anzi rendendo la propria offerta sempre più specifica, coerente e ben mirata alle esigenze di uno dei tanti tipi di persone che ogni giorno si mette in cammino.