La Toscana agricola, quella scientifica ma anche quella rurale e professionale, chiede a Mario Monti di non dimenticare l’agricoltura nel suo governo. In un momento tanto difficile per la nostra economia non si può dimenticare il settore cosiddetto primario. Anzi, se rilancio ci sarà per il Paese sarà anche grazie alla nostra agricoltura che in Toscana vuol dire vino, olio, grano, ma anche zootecnia e molto altro ancora. E soprattutto vuol dire anche paesaggio, turismo rurale, mercatali e prodotti a chilometro zero e mantenimento dell’ambiente. Insomma, dice il mondo dell’agricoltura, non può esserci futuro se si parla solo di finanza e mercati. Serve la produzione agricola. E che sia sostenuta dal Sistema Italia per essere sempre più forte e competitiva.
Importanza strategica dell’agricoltura Ad alzare la voce è l’Accademia dei Georgofili, da secoli cuore pulsante della scienza agronomica in Italia. «Il toto-ministri aperto dai mass media è stato definito fantasioso. Ciò nonostante può essere significativo il fatto che esso abbia costantemente ignorato il ministero dell'agricoltura. Può trattarsi di un altro sintomo dello scarso interesse del mondo politico e dei mass media nei confronti del settore primario, ormai diffusosi anche nell'opinione pubblica. Ma potrebbe invece trattarsi di un intento, già ripetutamente manifestatosi nel passato, di cancellare il ministero dell'agricoltura, affidandone le funzioni eventualmente ad un sottosegretariato», così il presidente dei Georgofili il professor Franco Scaramuzzi. «Questa sensazione è stata percepita da numerose ed autorevoli organizzazioni agricole (Confagricoltura, CIA, Copagri, Agci Agrital, Lega pesca, Coldiretti) e dagli stessi presidenti delle commissioni agricoltura di Camera e Senato (Paolo Scarpa Bonazza Buora e Paolo Russo), dai rappresentanti del PD nella commissione agricoltura della Camera (Angelo Zucchi e Luciano Pizzetti), nonché dal ministro uscente Saverio Romano, i che hanno già aperto una corale e giusta protesta, espressa anche questa mattina, come tempestivo invito al Presidente del Consiglio incaricato, professor Mario Monti, a non rendersi colpevole di una decisione storica che metterebbe in dubbio il suo valore anche di studioso, conoscitore dei problemi socio-economici mondiali e della importanza strategica globale dell’agricoltura».
Il mondo agricolo vale 5,5 mld di EuroNel pomeriggio di ieri anche le organizzazioni di categoria, congiuntamente, sono intervenute sulle preoccupazioni dei rappresentanti delle commissioni agricoltura di Camera e Senato contro l'ipotesi di un governo senza Politiche agricole:«In merito alle preoccupazioni espresse – hanno detto in una nota Coldiretti, Cia, Confagricoltura e Copagri -, sulla necessità che l’Italia sia rappresentata da un ministro delle Politiche agricole a pieno titolo sottolineiamo al professor Monti ed a tutte le forze politiche, che il dicastero di via XX settembre (si trova poco distante da quello dell’Economia) dovrà essere una componente forte ed essenziale del nuovo Governo». «Il mondo agricolo – dichiarano – non può fare a meno del suo ministro, ancor più in questo momento in cui è indispensabile una voce forte e autorevole a Bruxelles, dove è in atto una riforma epocale della politica agricola comune». «La Pac vale per l’Italia 5,5 miliardi di euro; il Made in italy agroalimentare, tanto apprezzato all’estero e ambasciatore del nostro Paese nel mondo, ha le sue fondamenta in un’agricoltura forte e competitiva. Indebolire il settore primario in questo momento sarebbe davvero dannoso».