Il cinema italiano e non solo piange la scomparsa di uno dei suoi più grandi protagonisti, Mario Monicelli. Il regista, gravemente malato, si è lanciato dal quinto piano dell’ospedale San Giovanni di Roma, dove era ricoverato.
Cittadino onorario di Firenze – Nel 2009 per lui era arrivata la cittadinanza onoraria della Città di Firenze e nell’occasione aveva esternato la sua felicità per quest’onoreficienza: “Ho avuto successo nel lavoro che preferivo e che desideravo fare, ho girato il mondo e per me è un incredibile onore ricevere la cittadinanza della città simbolo della grazia e della conoscenza”.
“Se ne va un protagonista indiscusso del ‘900”, così h acommentato l’evento il sindaco di Firenze Matteo Renzi, “Cittadino onorario di Firenze, per tutti noi fiorentini il suo nome sarà sempre legato alla nostra città, non solo per i personaggi indimenticabili di Amici Miei, diventati icona della toscanità ovunque”.
La “toscanità” – “Pochi hanno saputo descrivere lo spirito dei maledetti toscani come Mario Monicelli. Anche la sua ‘uscita di scena’ ci dice tanto della coerenza di questo straordinario narratore”. Queste sono state invece le parole del presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi.
Il suicidio – Nato da una famiglia mantovana ma cresciuto a Viareggio, Monicelli è stato l’occhio irridente di un intero paese, nessuno come lui ha saputo interpretare la commedia italiana, introducendo per la prima volta il toscano e la toscanità nei canoni della comicità nazionale del grande schermo.
Parlando del suicidio del padre, Tomaso Monicelli giornalista e scrittore antifascista, aveva dichiarato: “Ho capito il suo gesto. Era stato tagliato fuori ingiustamente dal suo lavoro, anche a guerra finita, e sentiva di non avere più niente da fare qua. La vita non è sempre degna di essere vissuta; se smette di essere vera e dignitosa non ne vale la pena.”
Parole significative e pragmatiche ocme solo Monicelli sapeva essere e che forse, spiegano almeno in parte, l’ultimo gesto di quello che da tutti veniva chiamato “Maestro”.
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