Il numero di imprese artigiane toscane è passato dalle quasi 119 mila del 2008 alle 110.649 del 2013, con una perdita media di oltre 1.600 imprese l’anno. Secondo i dati Unioncamere, nell’attuale congiuntura la Toscana avrebbe visto diminuire del 7% il proprio patrimonio imprenditoriale artigiano, anche se l’intensità di tale crisi ha conosciuto gradazioni diverse a livello provinciale: si parte dal -2,3% di Massa-Carrara, al -2,4% di Prato, passando per il -5,2% di Firenze fino al -9,8% di Siena.
I settori più in crisi Il settore edilizio è stato il primo ad essere colpito nel 2008 e ha riscontrato una diminuzione del numero di imprese dell’11% attestandosi, nel 2013, a 45.182. Un contributo negativo proviene anche dal settore manifatturiero, il cui numero di aziende è diminuito del 4,6%: un comparto che comprende tutte le realtà dell’indotto della grande industria toscana e molte delle eccellenze regionali nei campi dell’artigianato tradizionale e artistico.
Si salvano agricoltura, turismo e servizi Segnali positivi provengono, invece, da alcuni settori minori dell’artigianato toscano in termini di numero di imprese: in agricoltura le aziende sono cresciute del 4,8% rispetto al 2008, così come nelle attività ricettive legate al turismo (+9,5%); è molto buono anche il saldo di imprese artigiane nei settori del noleggio, agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese (+18,7%). Tali dati, commenta il presidente reteSviluppo Lapo Cecconi, segnalano che «anche nell’artigianato è in atto un processo di terziarizzazione, ovvero di maggiore sviluppo di quelle attività legate ai servizi».