Fotovoltaico sì o fotovoltaico no? Se da un lato è vero che bisogna liberarsi dalle dipendenze del petrolio e immaginare un futuro più verde puntando sulle energie pulite, dall’altro spesso bisogna fare i conti con i vincoli paesaggistici e la tutela di territori di particolare pregio. Una convivenza a volte difficile in cui i cittadini o le aziende fanno fatica a districarsi. Per questo la Toscana si è dotata di una mappa che individua nelle dieci province le aree inidonee all’installazione a terra degli impianti.

Come nasce la mappatura Immagini aeree e georeferenziate hanno permesso di localizzare le zone non idonee presenti nelle dieci province toscane all’interno di coni visivi e panoramici, aree agricole di particolare pregio e aree Dop e Igp. Zone a cui si aggiungono quelle già individuate dalla legge 11 del 21 marzo 2011 che vieta l’installazione di pannelli in alcune aree protette nazionali (in Toscana sono quattro: il Parco dell’Appenino tosco emiliano; il Parco delle foreste Casentinesi; il Parco dell’arcipelago toscano e le riserve naturali statali), le zone umide, le aree dove sorgono beni architettonici, archeologici e paesaggistici. Una tutela particolare viene garantita dalla legge regionale ai siti Unesco, ritenuti aree non idonee all’installazione di impianti a terra con potenza superiore a 200 Kw. Nel senese, i Comuni della Val d’Orcia hanno richiesto alla Regione un’ulteriore limitazione nell'estensione degli impianti, fino a una superficie massima di 150 mq. Se da una parte la legge mira a difendere le aree di pregio della regione, dall’altra la volontà è quella di riportare a nuova utilità ambientale ed economica zone degradate, come le ex discariche. Le limitazioni non riguardano gli imprenditori agricoli che, secondo la stessa legge regionale, possono installare impianti fotovoltaici a terra fino a un massimo di 1 Mw.

La legge regionale  Il 26 ottobre scorso il Consiglio regionale ha approvato la delibera 68/2011 dopo una consultazione con tutte le Province, definendo cartograficamente le aree precluse agli impianti. La delibera pone un limite alla diffusione in area agricola di impianti fotovoltaici di grandi dimensioni (cioè quelli superiori ai 200 kw) favorendo gli impianti di piccola dimensione (da 5 kw a 20 kw) e media dimensione (da 20 kw a 200 kw), e privilegiando la funzione di integrazione del reddito agricolo. Fino all’approvazione della delibera vigevano le norme contenute nella Legge Regionale n. 11 del 21 marzo 2011 che aveva dettato le prime indicazioni sulle aree da escludere per l’installazione degli impianti fotovoltaici, rimandando una più precisa individuazione cartografica delle stesse al momento in cui le provincie avessero presentato le proposte alla Regione. In base alla legge le Province hanno avuto 90 giorni di tempo per tracciare il perimetro di aree vietate alla installazione di impianti fotovoltaici in zone all'interno di coni visivi e panoramici la cui immagine è storicizzata ed all’interno di aree agricole di particolare pregio paesaggistico e culturale, in aggiunta ai terreni agricoli a denominazione di origine protetta (DOP) e ad indicazione geografica tipica (IGP) comunque da salvaguardare anche se, all’interno delle stesse, le Province avevano la facoltà di proporre alla Regione una perimetrazione diversa.

Esempi virtuosi Proprio sulla scia del recupero delle aree dismesse a Cavriglia (Arezzo) questa mattina è stato inaugurato il più grande parco di pannelli della Toscana realizzato nell'ex area mineraria di Santa Barbara, in località Tegolaia. L'impianto su un'estensione di 30 ettari, di cui 21 occupati dai pannelli e altri 9 da un nuovo circuito ciclistico, compreso nei lavori di riqualificazione dell'area, ha una potenza di 10 Mw, con una produzione annua di 12.609 Mwh, fornisce energia elettrica a circa 3.300 abitazioni, per un totale di 12.000 abitanti, garantendo a Cavriglia l'autosufficienza energetica da fonti rinnovabili ed evitando l'emissione di 5.531 tonnellate di CO2 e un risparmio di 2085 tonnellate di petrolio all'anno. La particolarità dell'impianto è di aver saputo coinvolgere attivamente la popolazione, con il 5% dell'energia installata che è stata http://oas.repubblica.it/0/default/empty.gifsottoscritta tramite una campagna di azionariato popolare.

A San Giuliano Terme impianto galleggiante Si chiama Ftcc, acronimo di Floating, Tracking, Cooling, Concentration ed e' il primo impianto pilota in Italia per la produzione di energia dal sole attraverso pannelli a concentrazione, galleggianti, mobili e raffreddati ad acqua. E' stato inaugurato ieri nel laghetto di Colignola, nel Comune di San Giuliano Terme (Pisa). L’impianto promette notevoli vantaggi rispetto a un normale impianto a terra a cominciare dalla riduzione del 20% dei costi del kWh  e dall'aumento di oltre il 75% dell'energia prodotta. L'idea e' nata proprio dalla volontà di ridurre i costi e l'invasività degli impianti fotovoltaici tradizionali, sfruttando bacini artificiali di origine industriale (laghi di cava, bacini idroelettrici) o di raccolta delle acque per l'agricoltura. La struttura di Colignola occupa una superficie di appena 300 metri quadri, con un peso di 7 tonnellate capace di galleggiare in circa 5 metri di profondità ruotando attorno al suo ancoraggio centrale alla continua ricerca della miglior posizione per ricevere il sole'. La struttura si muove grazie a motori a elica di appena 300 watt che sono alimentati dall'impianto stesso, mentre il raffreddamento viene effettuato tramite pompe con la stessa acqua del laghetto. La produzione dell'impianto e' di 30 kilowatt.