Il Governatore Enrico Rossi, ha chiesto al Governo di inserire anche la Regione Toscana tra le zone in stato di emergenza a causa dei danni provocati dalle violente piogge del 31 ottobre e del 1 novembre che hanno causato tre vittime a Massa e ingenti danneggiamenti nelle provincie di Massa Carrara e Lucca.


Il Governatore – Rossi aveva già firmato due giorni fa il decreto con cui dichiarava lo stato di emergenza regionale nelle due province più colpite. Sarà il Consiglio dei ministri, in programma domani, a pronunciarsi sulla dichiarazione di stato di emergenza nazionale e ad individuare le aree interessate dal provvedimento nazionale. ”Ho accolto con favore – ha detto il presidente Rossi – la disponibilità in tal senso del responsabile nazionale della Protezione civile, Guido Bertolaso, con il quale mi sono sentito telefonicamente. Ho apprezzato anche la dichiarazione del ministro del lavoro e delle politiche sociali, Maurizio Sacconi, che ha parlato della necessità di azioni concrete di breve e lungo periodo e di aprire una riflessione ‘sugli interventi strutturali necessari a prevenire future emergenze”.


Lavoro di squadra – ”Il miglior servizio che possiamo rendere oggi alla Toscana sulla difesa del suolo è il lavoro di squadra. La sfida la vinciamo solo se la filiera istituzionale è completa”. Lo ha detto l’assessore regionale della Toscana all’Ambiente, Anna Rita Bramerini, intervenendo al convegno ”Arno Lavori in corso” organizzato dall’Autorità di Bacino del fiume Arno al quale ha partecipato anche il ministro alle Infrastrutture Altero Matteoli.


Arno – A 44 anni dall’alluvione del ’66 e a pochi giorni dalla tragedia di Massa che ècostata la vita a tre persone, Bramerini ha messo in evidenza che le condizioni portano inevitabilmente a esprimere una valutazione complessiva di quanto e’ stato fatto e quanto ancora bisogna fare. ”E allora dico – ha precisato – che solo la condivisione degli impegni con il territorio ci permetterà di proseguire nel migliore dei modi, tenendo presente la necessità di velocizzare, fattore ineludibile di efficienza”. Per l’Arno, Bramerini ha ricordato l’accordo del 2005 che ”ha permesso di istituire una cabina di regia tra Ministero, Regione e Autorità di Bacino che, che oltre a rappresentare un momento di sintesi tra le diverse realtà che gestiscono la difesa del suolo, ci ha consentito anche di individuare un set di interventi che ammontano a 200 milioni di euro di cui ad oggi ne sono stati resi disponibili 100”.


Fondi – Adesso ai 100 milioni già disponibili dall’accordo del 2005 si aggiungono altri 20 milioni dell’ultimissimo accordo da 126 milioni di euro (67 statali e 59 regionali) tra Regione e Ministero dell’Ambiente in via di sottoscrizione, che destina alla difesa del rischio idraulico 57 milioni di euro di cui appunto 20 saranno dedicati al bacino dell’Arno.


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