Continuano le incertezze sulle sorti del polo siderurgico Lucchini di Piombino. Regione Toscana ed enti locali chiedono al Governo un’attenzione pari a quella riservata agli stabilimenti Fiat di Termini Imerese o all’Alitalia. È quanto emerso dalla riunione che si è tenuta nei giorni scorsi a Palazzo Panciatichi, a Firenze, fra vertici della Regione, il Comune di Piombino e la Provincia di Livorno. Un’ora più tardi sono stati ascoltati anche i sindacati ed una delegazione dei lavoratori della Lucchini. La Regione afferma di essere pronta ad esporsi, ma sottolinea l’importanza che anche il Governo faccia sentire il suo peso. Sarà possibile ottenere maggiori chiarimenti dopo la riunione del 17 febbraio convocata al ministero delle Attività produttive a Roma.


 


Voci sulla vendita – Gravi difficoltà per la Lucchini di Piombino a causa delle voci sulla vendita da parte della Severstal, il gruppo russo del magnate Mordashov che detiene l’80 per cento delle azioni della Lucchini. Mordashow ha deciso di rinunciare alla produzione italiana per concentrarsi su quella in Russia. Nessuna indiscrezione ancora per i possibili acquirenti o sul perché dell’improvvisa vendita, ma probabilmente la cessione è da attribuirsi alla grave crisi che l’azienda ha attraversato per tutto il 2009. Nei primi 9 mesi dello scorso anno si è verificato un calo del fatturato del 63 per cento e la redditività è scesa da più 13 per cento a meno 17,3 per cento.Crisi che invece non si è verificata in Russia; ecco svelato il motivo di una tale scelta strategica. Nel marzo dello scorso anno era stata convocata una task-force anti-crisi della Regione Toscana dopo l’annuncio da parte dell’azienda di un esubero di 650 dipendenti, causato da una contrazione degli ordini. La produzione nel corso del 2009 si è ridotta a 1 milione e 100 mila tonnellate di acciaio, la metà della capacità produttiva degli impianti.


 


Storia della società – Nell’immediato dopoguerra Luigi Lucchini, attuale presidente onorario della Lucchini Piombino, decide di sviluppare l’attività del padre nel campo della lavorazione dell’acciaio. La produzione cresce sulla scia del boom economico e vengono realizzati forni elettrici capaci di fondere il rottame e trasformarlo in lingotti d’acciaio. Negli anni ’70 – ’80 il Gruppo Lucchini potenzia gli investimenti e la gamma di prodotti, entrando nella tecnologia del ciclo integrale e diventando un’impresa internazionale. Nel 2005, dopo importanti investimenti impiantistici, la maggioranza dell’azienda passa, grazie ad un aumento di capitale, al gruppo russo Severstal. Oggi la soietà si compone di 2 unità: Lucchini Piombino in Italia e Ascometal in Francia.


 


Elena Bucalossi – Siena