PISA – La Toscana è un po’ meno multirazziale. Rispetto al 2020, secondo il rapporto di Idos, gli immigrati residenti sono diminuiti dello 0,4% e sono 424.215.

Una tendenza che caratterizza anche la presenza nelle scuole, dove gli iscritti stranieri sono calati dell’1,6% (la media nazionale è di -1,3%). Il dato negativo ha riguardato anche gli studenti italiani (-1,3%). “Sono dati da tenere sotto monitoraggio anche il prossimo anno per capire se la diminuzione sarà riassorbita e, dunque, se si stratta di un fenomeno transitorio, strettamente legato alla fase emergenziale, oppure se avrà un effetto di trascinamento più prolungato nel tempo”, si legge nel dossier, che è stato presentato in contemporanea in tutta Italia.

Per quanto riguarda le province, la diminuzione è stata più marcata a Grosseto (-3,1%) e Firenze (-2,9%), mentre a Lucca (0,8%)) il saldo è leggermente positivo. Più colpiti sono gli stranieri che non sono nati in Italia (-5,4%), mentre chi è nato nel nostro Paese ha aumentato la frequentazione delle scuole (+0,2%). Nelle scuole dell’infanzia la popolazione studentesca è scesa del 5,7%, quella degli alunni stranieri del 10,3. Al polo opposto le secondarie di II grado. Qui gli iscritti sono aumentati: dell’1,7% in generale e del 7,3% con riferimento agli studenti immigrati.

In merito alla residenza, il decremento maggiore riguarda il sud della Toscana, con in testa Siena (-3,1%). “L’impressione è che buona parte di coloro che non risultano più residenti in Toscana, in realtà, vivano ancora nel territorio regionale, ma con uno status giuridico diverso”, è scritto nel rapporto, dove si fa notare che le cancellazioni dai registri di chi ha scelto di vivere all’estero sono poco meno di 3 mila.

Infine, al capitolo lavoro, nel 2021 il tasso di disoccupazione degli immigrati “toscani” è stato del 13,8%, più del doppio rispetto a quello degli italiani (6,6%), quello di sottoccupazione, dato da coloro che svolgono un lavoro a tempo parziale pur potendo lavorare più ore, dell’8,5%, contro il 3,2% dei lavoratori italiani. In generale il mercato del lavoro toscano rimane fortemente segmentato offrendo opportunità assai diverse a italiani e stranieri :gli immigrati, infatti, sono impiegati in larga maggioranza come lavoratori manuali (62,0%) e solo il 9,5% ha un’occupazione come dirigente o svolge professioni intellettuali o tecniche. Per gli occupati italiani la situazione è ribaltata: il 30,4% svolge lavori manuali e il 37,8% è dirigente o professionista.

Così la via dell’autoimprenditorialità, sovente, rimane l’unica da percorrere per coltivare speranze di mobilità sociale o, più semplicemente, per conservare il titolo di soggiorno: nel 2021, infatti, le imprese gestite da cittadini nati all’estero sono ulteriormente cresciute rispetto all’anno precedente (+1,4%), toccando quota 59.977, mentre quelle gestite da italiani continuano a diminuire (-0,7%).