FIRENZE – La rete funziona. I dati, pubblicati dalla rivista Acta Psychiatrica Scandinavica, hanno dato ragione al progetto per la cura dei disturbi alimentari messo in piedi da Careggi e Asl Toscana centro.
In quasi trenta anni di attività, si registra l’assenza di suicidi, l’assenza di morti legate a complicanze derivate dai disturbi alimentari e un tasso di remissione dei sintomi, a distanza di venti anni dalla presa in carico, tra il 40 e il 50 per cento. La ricerca è stata condotta su un campione di 1277 pazienti, seguite tra il 1994 e il 2018.
“L’assenza di suicidi e patologie letali fra le persone in cura – ha spiegato Valdo Ricca, direttore della Psichiatria di Careggi e coordinatore dello studio realizzato in collaborazione fra l’Azienda ospedaliero universitaria, l’Asl Toscana centro e l’Università di Firenze – è da attribuire con ogni probabilità all’efficienza del modello di assistenza, basato sulla collaborazione fra azienda ospedaliera e Asl Toscana centro”.
I risultati hanno particolare valore considerando che la letteratura indica, per le pazienti con disturbi dell’alimentazione, una mortalità del 4-7% e un rischio suicidario dalle 7 alle 31 volte maggiore rispetto alla popolazione generale. “Il progetto – ha dichiarato Stefano Lucarelli, direttore Disturbi alimentari della Asl Toscana centro – è riuscito a garantire l’accessibilità ad una diagnosi precoce, una presa in carico reale del paziente e dei suoi familiari in tutte le fasi del trattamento attraverso la realizzazione di un percorso terapeutico multidisciplinare ed integrato, in una rete omogenea di sinergie tra Ufsd Disturbi Alimentari (Ausl Toscana Centro) e Sodc Psichiatria (Azienda ospedaliera universitaria Careggi). Inoltre setting di cura multipli hanno permesso di erogare prestazioni differenziate e personalizzate sulla base della gravità e fase della malattia”.