«Faccendato lettore, potrai credermi senza che te ne faccia giuramento, ch’io vorrei che questo mio libro, come figlio del mio intelletto, fosse il più bello, il più galante ed il più ragionevole che si potesse mai immaginare; ma non mi fu dato alterare l’ordine della natura secondo la quale ogni cosa produce cose simili a sé».
Così ebbe a scrivere, quattro secoli or sono, Miguel de Cervantes nel prologo al suo Don Chisciotte della Mancia. Con le stesse parole, oggi, Antonella Mansi potrebbe scrivere l’epilogo di quel racconto su un anno al vertice della Fondazione Mps. L’hidalga grossetana attraversò la maremma nell’agosto scorso per giungere a Siena senza lance o spade ma con in mano un cornetto rosso portafortuna. E’ riuscita nella più nobile e onorevole delle imprese, quella di salvare l’ente che presiedeva da morte certa. Ha combattuto con grazia, fermezza e dedizione contro i demoni di una banca che la volevano sconfitta a gennaio. Ha mantenuto forti, alla maniera del cavaliere spagnolo, quegli ideali e quella lucida pazzia richiesti per un’impresa.
Ma si è seduta in terra sulle scale di Palazzo Sansedoni martedì sera al termine della deputazione generale che gli ha negato un successore. Proprio come in terra ristette Don Chisciotte sconfitto dalle pale dei mulini a vento. A nulla è valso tutto il valore della nostra eroina grossetana contro le pale di una politica dal basso profilo e contro quella nobiltà cavalleresca che nei salotti senesi intriga, sperpera, pianifica di poltrone. E se ne andrà l’hidalga Mansi con l’onore non dell’armi ma di un cornetto rosso e con la vittoria di un’impresa che sembrava impossibile. Ma con l’amaro in bocca di chi, al termine della battaglia, si rende conto di non aver insegnato niente ai prodi scudieri che ancora sbattono e risbattono contro le pale dei mulini a vento senesi.
Al termine del libro a firma Mansi a noi lettori resta la speranza che un nuovo scrittore sappia accogliere la penna testimone per scrivere nuove pagine di un’impresa. Togliendo dalla trama quei loschi personaggi che, finti giganti, burattini e demoni del passato, trasformano puntualmente Siena nella peggior versione di un romanzo eroicomico.
“La storia è madre della verità, emula del tempo, depositaria delle azioni, testimone del passato, esempio e annuncio del presente, avvertimento per il futuro”. Miguel de Cervantes (Don Chisciotte della Mancia)