Stangata sulla pallacanestro senese da parte della giustizia sportiva. La Procura federale della Fip si è pronunciata sul caso del fallimento della vecchia Mens Sana Basket: revoca di 5 trofei – 2 scudetti, altrettante coppe Italia e una Supercoppa – conquistati tra gli anni 2012 e 2013. I giudici federali hanno così accolto le dure richieste della procura, che aveva sollecitato tali provvedimenti nel processo sportivo avviato nei confronti della dirigenza del club, accusata di ricettazione, associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale e bancarotta fraudolenta. In sostanza, secondo l’accusa, i bilanci falsificati non potevano permettere alla società di iscriversi ai campionati e conseguentemente di giocare e vincere quei titoli. Radiazione per Ferdinando Minucci, Olga Finetti e Paola Serpi, «con conseguente divieto di partecipare, sotto qualsiasi veste o qualifica a qualunque attività federale o sociale nell’ambito della Federazione Italiana Pallacanestro». Inibizioni poi per Cesare Lazzeroni, Luca Anselmi e Jacopo Menghetti, rispettivamente per 3 anni, 3 anni e 9 mesi. «Attesa la particolare complessità della controversia – si legge sul sito della Fip -, la Procura fissa il termine di 10 giorni per il deposito della motivazione».
Una nuova ferita per il basket a Siena Per i tifosi della Mens Sana arriva un nuovo sfregio. Dopo l’inchiesta “Time Out” avviata dal Palazzo di Giustizia di Siena, il conseguente fallimento, con la richiesta di risarcimento danni di 33 milioni effettuata dal Tribunale fallimentare di Firenze, la giustizia sportiva toglie due titoli nazionali alla squadra più vincente della pallacanestro italiana degli anni 2000.
La difesa dei titoli Nelle ultime ore, Siena aveva tentato una disperata levata di scudi per far sì che la città non si vedesse revocare quei titoli. La Polisportiva Mens Sana, all’epoca dei fatti proprietaria di maggioranza della Msb, aveva provato a costituirsi nel procedimento con l’avvocato romano Bruno Tassone, esperto di giustizia sportiva e contattato nei mesi scorsi dal Comune di Siena per stilare una memoria difensiva da mettere nelle mani della curatela, in qualità di ultima entità che ha curato gli intessi della vecchia Mens Sana Basket dopo la messa in liquidazione. Lì era arrivato il diniego del Tribunale di Siena, poi, in sede di Procura federale, era stata la giustizia sportiva a esprimere parere negativo in merito alla costituzione. Segnali chiari che hanno portato alla sentenza del tribunale federale. Così, mentre la Polisportiva, secondo quando annunciato nelle scorse ore dal suo presidente Antonio Saccone, si prepara a ricorrere ai gradi successivi (Coni e Tar), l’attuale (e nuova società) sulla vicenda si era espressa con un comunicato stampa in cui sosteneva che, «pur consapevole di non rappresentare alcuna continuità formale con la precedente Mens Sana Basket Spa, ritiene tuttavia di potere, e dovere, rappresentare la passione e gli interessi dei propri tifosi (che riuniti in Associazione detengono una quota del suo capitale sociale) e di tutti gli appassionati e sportivi senesi e con essi la continuità con un passato immateriale, fatto di fede negli ideali sportivi e di sentimenti che hanno portato negli anni a sostenere e supportare i colori biancoverdi sia nelle vittorie come nelle sconfitte, secondo i migliori principi dello sport. Mens Sana Basket 1871 si riserva quindi fin da ora, a fianco dei propri tifosi e di tutti gli sportivi, di valutare tutte le possibili azioni esperibili in ogni ambito e nei confronti di qualsiasi soggetto a tutela propria, della pallacanestro senese, della storia e dei tifosi».
Il commento del sindaco di Siena «C’è grande rammarico per come si è svolto questo processo – così ha dichiarato all’Ansa il sindaco di Siena, Bruno Valentini, in merito alla sentenza di revoca di tutti i titoli vinti nel biennio 2012-2013 da parte della Mens Sana Basket – perché al Comune e ad altri soggetti non è stato permesso di difendere un patrimonio della città
qual è la Mens Sana. Per questo ritengo si sia trattato di un giudizio unilaterale. È stato stabilito un legame decisamente discutibile fra evasione fiscale e illecito sportivo. Comunque – prosegue Valentini – non lasceremo niente di intentato nei prossimi gradi di giudizio, perché si tratta di una sentenza ingiusta nella forma e nella sostanza. Presto convocherò l’attuale società e l’ex socio di maggioranza, la Polisportiva, per affrontare un tavolo comune nel quale discutere le linee difensive in fase di appello».
Reazioni da Viale Sclavo «C’è grande rammarico: è andata male, peggio di come si potesse pensare. Si tratta di una sentenza assurda e vergognosa». Questo il commento del presidente della Polisportiva Mens Sana, Antonio Saccone. La stessa Polisportiva, all’epoca dei fatti, deteneva la maggioranza delle quote del club. Per questo aveva tentato di costituirsi nel procedimento della procura federale FIP. «Faremo ricorso ad ogni ordine e grado di giudizio. In primis per il diniego ricevuto alla costituzione nel procedimento e poi contro la sentenza stessa che, ripeto, è assurda e vergognosa», ha concluso Saccone. «È tanto il nostro rammarico unito alla nostre, secondo me legittime perplessità, sia perché né noi come Mens Sana Basket 1871, in quanto non titolari della necessaria continuità, né ovviamente i tifosi ma neanche la Polisportiva abbiamo potuto difendere nelle sedi competenti nonostante avessimo l’interesse a tutelare quei titoli che adesso sono stati revocati, arrivati, a nostro giudizio grazie al gioco e alla forza di quella squadra», ha detto il presidente della nuova Mens Sana Basket 1871 Andrea Viviani. «I tempi, a quanto so saranno molto stretti. Dobbiamo prima di tutto capire se e cosa possiamo fare. Qualcosa faremo di sicuro per tutelare una parte importante della storia. Sarà importante – conclude Viviani – farlo in concerto con altri soggetti della città, per una comune e utile unità di intenti tra le parti interessate».