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Un breve applauso ha salutato, dopo qualche minuto dalla lettura, la sentenza al processo della strage di Viareggio, dove tutti i familiari hanno ascoltato le parole del giudice in religioso silenzio. Tra i 33 imputati come persone fisiche e nove società le prime condanne, a sette anni, quelle di Mauro Moretti e Michele Mario Elia, rispettivamente ex Ad di Fs e di Rfi. L’accusa aveva chiesto 16 anni per Moretti e 15 per Elia. Per tutti gli imputati per la strage alla stazione di Viareggio il 29 giugno 2009 che causò 32 morti, le accuse andavano, a vario titolo, da disastro ferroviario, omicidio colposo plurimo, incendio colposo e lesioni colpose. La sentenza è arrivata dopo circa 4 ore di camera di consiglio presieduto da Gerardo Boragine. In aula non erano presenti Moretti, l’ex Ad di Ferrovie (ora al vertice di Finmeccanica), ed erano assenti quasi tutti gli altri imputati.

32 sedie vuote Presenti, invece tra il pubblico, i familiari delle 32 vittime che,

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come in tutte le altre udienze (quelle del dibattimento sono 129 numero che sale a 145 con le udienze davanti al Gip), hanno lasciato vuote 32 sedie in prima fila dove sono state sistemate le magliette bianche con le foto delle vittime. A pochi minuti dall’ingresso dei Giudici nell’aula del Polo fieristico di Lucca un lungo applauso aveva salutato i familiari delle vittime della strage del 29 giugno 2009. In un’aula stracolma hanno preso posto anche i cameraman, che sono stati ammessi per la prima volta al processo in occasione della lettura della sentenza.

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Il corteo Questa mattina i familiari delle vittime erano arrivati al Polo fieristico di Lucca con un lungo corteo. “Viareggio 29-6-2009 niente sarà più come prima” è lo striscione con le foto di tutte le vittime che ha aperto il corteo silenzioso dei familiari. Con loro anche una rappresentanza dei macchinisti delle Ferrovie, una bandiera del gruppo delle ‘Tartarughe lente’, alcuni rappresentanti dei No Tav. Chiudevano il corteo alcuni gonfaloni tra cui quello della Regione Toscana.

No comment fino a domani Non rilasceranno commenti ufficiali i responsabili dell’Associazione ‘Un Mondo che Vorrei’, che riunisce i familiari delle 32 vittime, Marco Piagentini e Daniela Rombi. Quest’ultima dopo la lettura della sentenza, durante la quale si è dovuta sedere, ha alzato il manifesto con la foto della figlia nella stanza di rianimazione, “è stata una lettura troppo veloce”, hanno detto, annunciando che stasera si riuniranno con i loro legali e solo domani alle 11 parleranno con i giornalisti in una conferenza stampa.

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