Nonostante il periodo di mobilità estremamente contenuta, ha suscitato non poca curiosità nella cittadinanza di Montepulciano (in seguito al tam-tam partito su Facebook), il ritrovamento di due scheletri umani (e di altri, in frammenti), a poco più di un metro di profondità sotto la sede stradale, in pieno centro, all’imbocco di Piazza Pasquino. Nessun mistero o cold case, però, perché, come hanno spiegato subito gli esperti, si tratta dei resti di normali sepolture.
Il ritrovamento è venuto alla luce durante lavori di scavo effettuati dall’Enel nel tratto di strada che, da Via di Gracciano nel Corso, conduce appunto a Piazza Pasquino e che costeggia la scalinata della Chiesa di Sant’Agostino, a pochi metri dal punto che dovrà ospitare la nuova, importante cabina di controllo dell’illuminazione pubblica, sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Siena, Grosseto e Arezzo. Alla vista, sotto i mezzi meccanici, di quelle che sono apparse subito ossa umane, gli archeologi incaricati da Enel per la sorveglianza hanno comunicato il rinvenimento alla Soprintendenza che ha dettato le prescrizioni di competenza per lo scavo stratigrafico delle sepolture. La Direzione Lavori sospendeva contestualmente nel punto di rinvenimento i lavori, notificando la scoperta anche ai Carabinieri e, ovviamente, al Comune. La presenza già durante le fasi di sorveglianza archeologica degli archeologi sul cantiere ha evitato il blocco completo dei lavori che sono proseguiti nel frattempo lungo il resto del tracciato
Due scheletri portati alla luce Gli archeologi Francesco Pericci e Marianna Cirillo, della Archeo Tech e Survey e gli antropologi dell’Università di Siena Stefano Ricci e Giulia Capecchi hanno portato alla luce ben visibili due scheletri, messi in posizione composta e contrapposta, di cui uno presumibilmente di adolescente e una serie di sepolture di bambini nella zona circostante. Purtroppo la presenza di altri sottoservizi precedenti ha determinato la parziale distruzione delle sepolture più prossime al rinvenimento, come si è dedotto dalla giacitura confusa delle ossa ributtate dagli scavi moderni.
Lo scavo dei i resti umani del cantiere di Enel permetterà successivi studi. La presenza di alcuni frammenti ceramici suggerisce una datazione delle sepolture in epoca medievale. L’intera operazione ha consentito la ripresa dei lavori in pochi giorni, nel pieno rispetto delle spoglie umane, dei resti archeologici e delle esigenze scientifiche e culturali del ritrovamento.
Tumulazione per il “populino” A spiegare i motivi della presenza di due scheletri a così bassa profondità e nel pieno del centro abitato è Duccio Pasqui, direttore della Biblioteca Comunale – Archivio Storico “Piero Calamandrei”: «Comprendiamo che la notizia possa fare un certo effetto ma non dobbiamo dimenticare che era proprio nei pressi delle Chiese che venivano abitualmente seppelliti i cadaveri. E in quel punto abbiamo l’antica Chiesa di S. Agostino, i cui lavori di costruzione iniziarono nel 1285, e vi era anche, a pochissima distanza, quella di S. Marco, di epoca vicina a S. Agostino e oggi non più esistente. In linea di massima, le salme degli appartenenti all’aristocrazia ed alle famiglie benestanti trovavano posto in chiesa, per il “popolino” c’erano i campi adiacenti (e comunque neanche questa è una regola certa). Si tratta – conclude Pasqui – di ritrovamenti frequenti, non solo a Montepulciano ma anche in altri luoghi della zona come Pienza, Chianciano e Chiusi. Quanto al luogo, oggi centrale, senza andare troppo indietro nel tempo possiamo ricordare che mezzo secolo fa proprio lo spazio in cui sono apparsi i resti, era occupato da un orto».
Il soprintendente Muzzi: «Tassello fondamentale per la ricostruzione della storia medievale» Il Soprintendente Andrea Muzzi ha commentato «questa piccola scoperta nel cuore di Montepulciano conferma l’importanza del controllo costante da parte delle autorità competenti degli scavi, specialmente ove è già noto il rischio archeologico e al contempo aggiunge un altro tassello fondamentale per la ricostruzione della storia medievale di Montepulciano in un territorio così ricco di archeologia e storia. Lo studio dei resti umani rinvenuti ci permetterà di dare presto un volto agli antichi abitanti poliziani».