Una tiepido fuocherello che potrebbe diventare incendio con una folata di vento. Potremmo definirlo così il palio di Provenzano del 2016, considerando che l’andamento di questi giorni non ha particolarmente infiammato i popoli o dato loro certezze. Le incognite delle accoppiate che si sono formate limitano la possibilità di avere una contrada realmente favorita. Indubbiamente i riflettori rimangono puntati sul Nicchio, che ha dovuto affrontare nelle prime quattro prove delle notevoli difficoltà di gestione di Quadrivia. La prova di questa mattina però ha dato un segnale che potrebbe essere di svolta, ovvero un feeling con Tittia in crescita, grazie anche al lavoro nella stalla dei Pispini.
Se ripercorriamo un po’ le vittorie di Giovanni Atzeni, troviamo delle difficoltà a trovarne di facili: la prima, nel 2007 con Fedora Saura nell’Oca, vide l’arrivo praticamente appaiato al Nicchio; la seconda, nel 2011 con Mississippi nell’Oca, vide una brutta caduta al casato durante le prove; la terza, nel 2013 nell’Oca con Guess, arrivò con un cavallo tutt’altro che favorito; la quarta, sempre nel 2013 nell’Onda con Morosita Prima, rischiò di non verificarsi a causa di un inciampone sul canape alla mossa; la quinta, nel 2015 con Polonski nella Selva, fu caratterizzata dall’enorme difficoltà nel tenere il cavallo sul canape anteriore. Il Nicchio dunque può guardare anche alla cabala, come nella tradizione del Palio.
Il Drago è cresciuto molto nelle ultime due prove, l’esperienza di Trecciolino a disposizione dell’esuberanza dell’esordiente Phatos de Ozieri può rappresentare un punto a favore per la contrada di Camporegio. C’è poi da considerare il fattore rivalità: Lupa ed Istrice sono indubbiamente due contrade che hanno ambizioni importanti. La contrada di Vallerozzi deve però confrontarsi con il carattere di Preziosa Penelope, cavalla di grande qualità ma al tempo stesso non facilissima da gestire alla mossa. Il rione di Camollia si trova invece nel limbo della contrada che potrebbe puntare alla vittoria, grazie alle buone risposte di Smeraldo Nulese e alla voglia di Turbine, oppure che potrebbe pensare esclusivamente ad ostacolare la rivale. Hanno meno attenzione su di loro Chiocciola e Tartuca, grazie anche ad un lavoro in queste prove più nascosto rispetto ad altre accoppiate. Giraffa, Bruco ed Aquila, sono tre contrade che si ritrovano alle prese con l’inesperienza dei barberi che accudiscono nella stalla, la classica situazione in grado di far nascere delle sorprese sul tufo. Ho lasciato sul finale l’analisi dell’Oca, a mio avviso la contrada che potrebbe sparigliare le carte: Porto Alabe è al suo settimo Palio, non ha saltato una carriera dal luglio del 2013, e a detta di tutti sembra cresciuto a livello fisico. Giuseppe Zedde detto Gingillo viene da cinque anni terribili, caratterizzati da cadute e da vittorie delle rivali, come nel 2013 quando, montando nella Torre con Mocambo, non riuscì ad evitare la vittoria dell’Oca. Il Palio è ricco di episodi di rivalsa per contrade e fantini, è verosimile che in Fontebranda si guardi anche a questo.