«Conservo ottimi ricordi della città e auguro il meglio alla squadra bianconera perché so quanta passione c’è nella gente e ho capito la reale sofferenza post mancata inscrizione in serie B, e tutta la fatica della fase della ripartenza». Serse Cosmi, confermato allenatore del Trapani, racconta le sue sensazioni da osservatore anche delle altre categorie calcistiche, ad esempio la Lega Pro dove è stata promossa poche settimane fa il Siena, che proprio l’uomo del fiume, come è soprannominato il tecnico umbro, ha allenato nel recente passato, ma anche sulla serie A. «La soddisfazione personale di incominciare il lavoro dall’inizio è molto importante perché negli ultimi anni non mi era capitato spesso, forse solo a Siena e a Brescia. Il dover subentrare alle volte ha dei vantaggio ma altre volte forse ha più svantaggio. Il partire dall’inizio, cercando di creare qualcosa per il futuro, ovvero il campionato, già è di per sé una bella sensazione».
A proposito di Fiorentina «Non so se Mario Gomez sia un attaccante ormai perso perché vedo cosa sta facendo Toni all’età che ha, un giocatore incredibile, che 4 anni fa era considerato un’atleta che sembra aver fatto una scelta di vita molto chiara.- ha aggiunto Cosmi – Poi è tornato nel nostro campionato e sia a Firenze che a Verona è stato non solo protagonista ma addirittura capocannoniere quest’anno. Secondo me una sua eventuale permanenza alla Fiorentina dipenderà dalle sensazioni dello stesso Gomez. Se lui sta bene ed ha voglia di rivincita, le qualità per fare bene ce l’ha. Se gli mancano queste due componenti, è giusto che le parti pensino di separarsi». Ma Cosmi ha anche parlato della scelta in casa Fiorentina di un nuovo allenatore, il portoghese Paulo Sousa. «Non mi permetto di discutere delle scelte che vengono fatte da certi tipi di criteri: ho dei concetti diversi per la selezione di un allenatore rispetto a quelli di un club. Camplone ad esempio è un vincente, perché negli ultimi tre anni a Perugia ha fatto bene, eppure adesso è senza panchina. Paulo Sousa? Lo conoscevo come calciatore, molto intelligente in campo, molto probabilmente adesso, in un mestiere diverso, ha portato la stessa mentalità calcistica. Non lo conosco, so quello che ha fatto, poi credo che la Fiorentina sia una società che fa scelte ponderate e sia a conoscenza dell’idea di calcio dell’ex tecnico del Basilea. Poi c’è l’imponderabile, nel bene e nel male. Il Carpi ad esempio ha preso casualmente un allenatore, o meglio facendo una scelta quasi normale e poi si è ritrovata un tecnico che per la prima volta nella loro storia li ha portati in serie A».