enricorossi3«La sanità è stata penalizzata dai tagli degli ultimi anni piuttosto consistenti e so che questo ha comportato un aumento dei carichi di lavoro, difficoltà, problemi fra il personale che però ha reagito. Credo che i livelli di servizi quantitativi ma anche qualitativi sono ottimi in Toscana». Così il presidente della Regione Enrico Rossi a margine dell’inaugurazione del nuovo pronto soccorso del Cto di Firenze.

sanita.jpeg«Da noi strada giusta per una riforma di qualità» «Nel panorama nazionale la sanità toscana si colloca nella fascia alta, forse la più alta anzi i dati ci dicono così. –ha aggiunto il governatore della Toscana – Adesso ci auguriamo che non si debbano fare ulteriori tagli, perché questo sarebbe un problema molto serio. Io lancio questo messaggio: così come ho detto che è giusto se ci sono meno risorse, tutti si cerchi di combinare la scarsità di risorse con l’esigenza di fare uno sforzo per garantire lo stesso i servizi. Dico attenzione perché un ulteriore sforzo diventa difficile col mantenimento qualitativo ancora buono dei servizi che abbiamo in Toscana. Poi mi verrebbe anche da dire, laddove la spending review è stata già fatta siamo al fondo del barile, ma è difficile trovare altre risorse per poter tagliare senza far danni. Invece, penso che noi abbiamo trovato una strada giusta per una vera e propria rivoluzione della qualità con la riforma che ci siamo prefissi di fare, che mette insieme le diverse aziende sanitarie dentro un quadro di programmazione e di miglioramento qualitativo che senz’altro darà ulteriori risultati incoraggianti alla sanità toscana. Negli anni passati abbiamo molto investito e il fatto di aver investito è ciò che ci ha permesso di stare adeguatamente sulle domande, sui bisogni nuovi, sulle tecnologie nuove. Adesso, tutto questo è in mano ad un ottimo assessore e sono certo che potrà proseguire il buon lavoro che finora è stato fatto, soprattutto nel senso della realizzazione della riforma».

Stefania SaccardiSaccardi: «Una legge che serva agli operatori, alle persone, al sistema» Sul percorso di approvazione della nuova riforma sanitaria regionale è intervenuta proprio l’assessore alla sanità Stefania Saccardi. «Stiamo facendo un percorso accelerato rispetto alle previsioni originarie- ha sottolineato l’ex vicepresidente della regione Toscana -. Non è indifferente rispetto ai tempi che ci stiamo dando anche la pendenza del referendum sulla legge 28. E, quindi, diciamo che conteremo di avere l’approvazione della legge di riordino entro la fine dell’anno da parte del Consiglio regionale. Stiamo facendo un percorso condiviso, ovviamente, anche con la commissione Sanità del Consiglio, il capogruppo del Pd e la presidenza per stabilire tempi molto veloci per l’approvazione della legge di riordino. Questo non significa che non si faccia anche un percorso di condivisione, d’ora in avanti mi dedicherò quasi esclusivamente a questo. Sto cercando di ascoltare tutti gli operatori in prima battuta. Rispetto alla legge 28, questa nuova legge avrà come elemento di vantaggio il fatto che davanti c’è tutta una legislatura. Non siamo alla fine della legislatura come quando abbiamo approvato la 28, approveremo quindi in tempi molto veloci la nuova riorganizzazione del servizio sanitario poi però avremo 4 anni davanti per eventualmente intervenire, correggere eventuali cose che non funzionano. Quindi, con la massima disponibilità a fare un percorso condiviso che la legge non serve né alla Giunta, né a me ma deve servire a tutti, agli operatori, alle persone, al sistema».

Integrazione sociosanitaria con il volontariato L’ambizione di Stefania Saccardi è creare nella riforma sanitaria un’integrazione sociosanitaria con il mondo del volontariato. «È anche un po’ il senso il fatto che assommo le politiche sanitarie con le politiche sociali come deleghe- ha aggiunto Saccardi -. E forse consente dia vere un’ottica un po’ più attenta ai bisogni del territori. Purtroppo, oggi tanto sociale arriva al pronto soccorso e dal pronto soccorso purtroppo non può uscire perché il territorio non è attrezzato. Abbiamo ancora questa criticità di cosa sta prima e di cosa sta dopo il sistema ospedaliero. E su questo dobbiamo lavorare di più e rafforzare anche l’interno del pronto soccorso, dove può avere una logica che ci siano dei percorsi riservati a persone con particolari fragilità. Penso appunto a persone con disabilità, che hanno bisogno di un approccio diverso da quello tradizionale, per il quale i medici e gli infermieri sono informati e preparati. E questo lo possiamo fare anche coinvolgendo le associazioni che si occupano tradizionalmente di disabilità, coinvolgendo i servizi sociali. Mettendo, quindi, dentro il pronto soccorso anche personale che aiuti gli operatori a confrontarsi con persone che hanno delle fragilità specifiche. E lo stesso anche il tema degli anziani soli. Il pronto soccorso di Careggi ha questo elemento di novità straordinario che i malati possono essere accompagnati anche da persone di famiglia e questo rende le persone sole ancora più sole rispetto a chi ha qualcuno accanto. In questo credo che sarebbe bello coinvolgere il volontariato, perché rispetto a chi non ha nessuno e chi è solo davvero ci possa essere qualcuno che dà una mano, che porta un bicchiere d’acqua, che tiene la persona per la mano per farla sentire meno sola, in un momento in cui a fragilità si assomma fragilità e debolezza, in un momento appunto di malattia. Questa è la sfida che abbiamo davanti e che rende il pronto soccorso non solo un luogo che esprime l’eccellenza medico-specialistica, ma anche un luogo nel quale si esprime l’alta umanità nei confronti delle persone».