Un incontro tenutosi a Palazzo Panciatichi a Firenze che ha visto protagonisti la consigliera regionale del Pd Monia Monni, la vicepresidente della Regione Toscana Monica Barni e Don Giovanni Momigli, parroco fiorentino, intitolato ‘Civiltà’, è stata l’occasione per Agenziaimpress.it di incontrare l’imam di Firenze e presidente dell’Ucoii (Unione delle Comunità Islamiche d’Italia Izzedin Elzir.
Cosa le rimane dopo quasi tre settimane dei fatti di Parigi?
«Devo essere sincero, solo nel nostro Paese i mass media seguono il lato negativo ma lo capisco per ragioni di mercato ed invece l’espressione «vento di guerra» l’ha pronunciata il presidente Hollande e lì si può anche capire ma torniamo tutti quanto a ragionare, non dobbiamo cadere nella trappola dei terroristi. L’imam deve fare il suo dovere, il sindaco deve fare il suo dovere, l’esercito anche deve fare il suo dovere ma non si può affrontare la questione del terrorismo solo sul piano militare».
E’d’accordo con la risposta del premier ai fatti di Parigi con l’aumento agli investimenti sul piano culturale?
«Come ha detto il nostro Presidente del Consiglio la risposta è anche culturale perché con la cultura possiamo crescere tutti quanti insieme. Con le guerre abbiamo visto quando siamo andati in Afghanistan, abbiamo prodotto Al-Qaida, in Iraq un’altra Al-Qaida, ed ora abbiamo Daesh-Isis, allora io non vorrei che andiamo a colpire l’Isis e poi ci ritroviamo con un’altra forma ancora più estremista e criminale. Perciò serve una risposta che abbia una strategia che tenga unito il lato militare, il lato culturale, il lato della sicurezza ed il lato anche della civiltà».
La settimana scorsa Laura Boldrini ha detto che trova molto interessante la proposta che lei ha avanzato di far giurare 100 imam che vivono nel nostro Paese, sulla costituzione italiana. Ha sentito le parole del Presidente della Camera e come sta procedendo lo sviluppo di questo progetto?
«Certamente l’ho sentita, noi viviamo la nostra Costituzione perché siamo cittadini, chi ha già giurato per avere la cittadinanza ma anche chi è già cittadino a tutti gli effetti. Certamente stiamo discutendo con gli imam sulla modalità per far sì che non sia una discriminazione verso la comunità islamica, ma sia un valore aggiunto».
A che punto è il progetto per la costruzione di una moschea a Firenze?
«Stiamo andando avanti molto bene. C’è sintonia tra la comunità islamica, il sindaco e anche i nostri concittadini. Anche i mass-media stanno dando un contributo molto positivo sulla costruzione. Avevamo un’area che però si è rivelata non utile e stiamo lavorando su altre realtà».