Non si placano le polemiche sull’archiviazione delle indagini sulla morte di David Rossi, il capo della comunicazione di Banca Mps precipitato dalla finestra del suo ufficio il 6 marzo 2013. E ancora una volta, dopo aver pubblicato sul proprio sito il decreto di archiviazione, la Procura della Repubblica affida le sue risposte ad un comunicato destinato anch’esso alla pubblicazione on line e che porta la firma anche anche dal presidente del Tribunale Roberto Carrelli Paolombi oltre a quella del Procuratore Salvatore Vitello.
Obiettivo, corretto rapporto tra giustizia e informazione In 10 punti vengono esaminati gli aspetti d’indagine e le risultanze giudiziarie al centro delle polemiche medianiche nelle ultime settimane, «nell’ottica di garantire un trasparente rapporto tra giustizia ed informazione, dialettico e corretto, si ritiene opportuno far conoscere le valutazioni dei capi degli uffici giudiziari di Siena», spiegano Carrelli Palombi e Vitello. In merito alla distruzione degli indumenti dell’ex capo comunicazione di banca Mps il documento precisa che «i vestiti non sono stati sequestrati e conseguentemente non essendo nella disponibilita’ della Procura della Repubblica non potevano essere da questa distrutti» e, riferendosi alla seconda perizia dell’inchiesta, conclude che «dall’analisi tecnica basata sulle foto, i vestiti non appaiono avere avuto un ruolo determinante nella ricostruzione dell’evento».
I biglietti, le lesioni al volto e i fazzolettini Il documento torna anche sui 3 biglietti d’addio lasciati da Rossi alla moglie e rinvenuti strappati nel cestino del suo ufficio, in merito all’ipotesi che siano stati scritti dietro costrizione di terzi, il documento esclude «la presenza di un aguzzino talmente confuso da bocciare se stesso piu’ volte». Nel testo si prendono poi in esame le lesioni al volto e alla parte anteriore del corpo di Rossi e, analizzando le ipotesi suicidaria e omicidiaria, si precisa che «si puo’ dire che non vi e’ stato un accertamento medico-legale adeguato», e «nella seconda relazione non sussistono dati certi su genesi e natura e si formula l’ipotesi di uno strisciamento con un oggetto affilato ma non tagliente». Tuttavia l’ipotesi omicidiaria «non ha elementi circostanziali o biologici che la supportino», mentre quella suicidaria «e’ supportata da elementi, seppur non scientificamente dirimenti, comunque maggiormente suggestivi da un punto di vista medico legale». Sui fazzoletti di carta con le macchie di sangue rinvenuti nell’ufficio di Rossi, i capi degli uffici giudiziari di Siena sottolineano che le macchie potrebbero essere dovute ai tamponamenti su una ferita sul labbro inferiore o su «una piu’ vecchia ferita ai polsi». Il documento evidenzia poi che tutte le persone presenti la sera del 6 marzo 2013 in Rocca Salimbeni sono state ascoltate. In merito all’omessa audizione di una collega di Rossi si spiega: «non avrebbe aggiunto alcunche’ al quadro probatorio gia’ cristallizzato», e «non si comprende poi a che titolo» la collega «dovesse sapere degli impegni serali del Rossi».
Il giallo dell’orologio caduto dopo Rossi Tra le critiche mosse alle indagini c’e’ anche quella relativa alla presunta caduta dell’orologio di Rossi molto tempo dopo la caduta del corpo. A tale proposito si richiama l’ordinanza di archiviazione in cui il Gip «e’ chiarissima: quanto asserito nell’opposizione circa il lancio dalla finestra dell’orologio di David Rossi, tutto e’ meno che un dato certo e incontrovertibile». Il documento prende poi in esame il ‘capitolo’ dell’ufficio dell’ex capo comunicazione di Mps dove, secondo le critiche, alcuni oggetti sarebbero stati manomessi o spostati, ed evidenzia: «la immutazione dello stato dei luoghi e’ pacificamente da addebitare all’azione delle forze dell’ordine e dei magistrati che procedettero ai sopralluoghi».
Il mistero del telefonino Sul “presunto mistero del numero 4099009 apparso sul telefonino” di David Rossi dopo la sua morte, sempre secondo il documento sarebbe stato generato da «una deviazione di chiamata al numero di servizio» dopo l’esaurimento del credito da parte dell’utenza da cui e’ partita la telefonata.
L’ombra nel vicolo In ultima analisi si prende l’ombra all’ingresso del vicolo dove e’ stato poi rinvenuto il corpo di Rossi spiegando che «sono stati compiuti accertamenti accuratissimi e di alta tecnologia presso il Gabinetto Nazionale di Polizia Scientifica, ma a causa della pessima qualita’ del filmato di videosorveglianza non si e’ potuta ottenere alcuna utile risoluzione».
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