Un mese di vita ogni tre guadagnato negli ultimi trent’anni, pari a sei ore al giorno, 15 secondi al minuto. È quanto rivela l’Orologio della Vita, l’iniziativa lanciata da Farmindustria che oggi ha fatto tappa a Siena per dimostrare concretamente il valore della ricerca in Italia. L’Orologio della Vita man mano che passa il tempo fa vedere quanta vita guadagniamo grazie alla ricerca ed è impressionante. Oggi l’Italia è tra i Paesi più longevi al mondo con un’aspettativa media di vita di 82 anni.

Toscana al top per biotech E proprio in Toscana ilsettore farmaceutico è ormai una realtà consolidata. Con 19 stabilimenti di produzione, 8 centri di ricerca, 800 ricercatori e 220 milioni all'anno in R&S vanta una specializzazione nelle biotecnologie, che hanno nel Granducato il più grande stabilimento produttivo in Italia, nei vaccini (con la presenza di un centro di eccellenza internazionale) e negli emoderivati. A Firenze e Siena, inoltre, la farmaceutica è tra i primi 3 settori industriali e tra i primi 5 a Pisa. Sono i dati al centro della due giorni sul biotech in corso a Siena. Nella città del Palio l'export farmaceutico sul totale hi tech rappresenta addirittura il 98% (il 59% a Firenze, il 74% a Lucca e il 39% a Pisa). Nel 2012, a fronte di 75 milioni di spesa farmaceutica pubblica a Siena, l'industria farmaceutica ne ha generati in totale 240 (150 per stipendi e contributi e 90 per investimenti). E la mappa della Toscana si completa con un'importante presenza in provincia di Lucca. Sostenere la ricerca significa allungare e migliorare la vita. E più del 90% della R&S farmaceutica in Italia è finanziata proprio dalle imprese che generano innovazione.

La vita che si allunga Basti pensare che dal 1951 ricerca, nuovi farmaci, corretti stili di vita e progressi della medicina hanno contribuito ad aumentare proprio l'aspettativa di vita di 3 mesi ogni anno. Sei ore al giorno, anche oggi. Quindici secondi al minuto. «Il biotech è nel Dna dell'industria farmaceutica, che, insieme alle start-up e ai numerosi poli scientifici di eccellenza presenti in Italia, crea un network pubblico-privato in grado di competere a livello internazionale – ha spiegato Massimo Scaccabarozzi, Presidente di Farmindustria – i farmaci innovativi per il trattamento di numerose patologie gravi o rare sono oggi in gran parte frutto della Ricerca biotecnologica e sempre più lo saranno nel futuro. Un biotech quindi dinamico, altamente tecnologico e innovativo, con 175 imprese, oltre 1.400 milioni di investimenti annui e quasi 5.000 addetti in R&S. Grandezze determinate per circa l'80% dalle imprese del farmaco. Tutto il settore ha bisogno di norme stabili, di condizioni competitive rispetto ai big Ue, di tempi più brevi per l'accesso all'innovazione e del rispetto dei tempi di pagamento dei debiti della Pubblica Amministrazione», ha ricordato, riconoscendo tuttavia all'azione del Ministro della Salute Beatrice Lorenzin il fatto che «per la prima volta dopo anni, nella legge di stabilità, non siano previsti tagli alla sanità e alla farmaceutica. Una prova concreta per riconoscere il settore come un asset industriale e ad alta tecnologia, strategico per il rilancio del Paese».