«Non è una guerra tra Arezzo e Siena, sono due posizioni diverse, entrambe legittime, ma non accetto che mi si dica che voglio strumentalizzare la questione». Così il sindaco di Arezzo Alessandro Ghinelli, che è anche presidente di Ato rifiuti Toscana Sud, in merito all’assemblea della stessa Ato terminata ieri con la mancanza di numero legale per l’uscita, tra l’altro, dei sindaci di Siena, Roccastrada e Piombino al momento di decidere se chiedere a Raffaele Cantone, presidente di Anac, il commissariamento di Sei Toscana, il gestore del sistema rifiuti coinvolto nell’inchiesta della procura fiorentina ‘clean city’ e il cui cda si è dimesso in blocco venerdì scorso.
«Grave che alcuni sindaci se ne siano andati» «Il sindaco Valentini – prosegue Ghinelli – sostiene che Sei Toscana può provvedere direttamente alle nuove nomine, mentre io sostengo che il gestore debba essere commissariato. Si tratta di una convinzione, condivisa anche con altri sindaci, che occorre operare una cesura totale tra il passato, gravato da inchieste pesantissime, e il presente che ci riguarda tutti. La cosa grave – aggiunge – è che al momento di confrontarsi con un voto alcuni sindaci se ne siano andati. Avevamo tempo fino all’8 dicembre per presentare l’istanza all’Anac. Adesso posso provare a chiedere una proroga ma so già che sarà difficile».
«Nessun ritardo» Rispondendo, poi, al M5s di Arezzo e Montevarchi che in una nota rilevava la tardività della sua iniziativa, il sindaco Ghinelli ha spiegato: «Ho convocato l’assemblea appena ci sono stati i presupposti, e con i tempi necessari per regolamento interno di Ato, ieri sera eravamo a tre giorni dalla scadenza del termine imposto da Cantone ovvero l’8 dicembre quindi perfettamente nei termini. A questo punto Cantone e il prefetto di Siena decideranno senza conoscere il parere dell’ente».
Arezzo: Commissario unica soluzione» Sulla vicenda interviene anche il consigliere comunale di Arezzo Roberto Bardelli, di Forza Italia, che conferma come «un commissario esterno è l’unica soluzione per fermare la girandola dei guai, rimettere in carreggiata la situazione e ripartire con serenità». «Il sindaco di Siena, Bruno Valentini, – scrive in una nota – ha poco da replicare, le condizioni in questo momento per nominare un nuovo consiglio di amministrazione non ci sono, un commissario esterno è l’unica soluzione. La situazione è sfuggita di mano e nessuno riesce a trovare il bandolo della matassa: è quindi logico che s’intervenga in modo netto e deciso per porre fine a una situazione sempre più surreale. Il commissariamento di Sei Toscana, proposto dal sindaco Ghinelli, a questo punto diventa una scelta obbligata per portare chiarezza in un’azienda fondamentale per i servizi al cittadino, ovvero la raccolta dei rifiuti, che in un arco temporale brevissimo si è vista travolta da eventi di portata eccezionale».
Grosseto: «Commissario unita tutela per i cittadini» Sulla stessa linea del fronte aretino anche la Maremma con Grosseto e Orbetello che per voce degli assessori all’ambiente Simona Petrucci e Luca Minucci ribadiscono che il commissariamento di Sei Toscana «sia lo strumento, libero e indipendente, più efficace per garantire qualità e continuità del servizio ai cittadini e per tutelare gli oltre 1200 dipendenti del settore. Dovrà essere una fase sì transitoria ma obbligata e di garanzia di trasparenza in attesa che la Magistratura chiarisca tutte le responsabilità».
«La preoccupazione per la vicenda giudiziaria – scrivono i due assessori – è sempre più grande: lo dimostra quello che è successo nel corso dell’assemblea dei sindaci dell’Ato Rifiuti Toscana sud, in cui si è discusso – per la prima volta apertamente – sulla procedura aperta dall’Anac».
«I Comuni di Grosseto e Orbetello, in merito, hanno le idee molto chiare: le dimissioni in blocco del cda di Sei Toscana sono il sintomo reale di una situazione complessa e delicatissima. Le difficoltà tangibili – aggiungono – che i territori stanno affrontando in questo periodo rappresentano l’ennesimo esempio del fallimento delle politiche di area vasta caratterizzate da un preoccupante concentramento di potere; politiche che, tra l’altro, hanno causato un immotivato raddoppiamento delle tariffe ed un vistoso peggioramento della qualità del servizio».