Tavoli di concertazione, crisi aziendali, ammortizzatori sociali, cassa integrazione ordinaria e straordinaria. Sono tutti temi che negli ultimi anni sono diventati drammaticamente attuali e sono entrati con prepotenza a far parte del linguaggio comune. Tutti termini che nella maggior parte dei casi hanno sempre visto, in una contrapposizione quasi antagonista le aziende da un lato e i lavoratori, sindacati e gli enti locali dall’altro. Con gli enti locali (Regioni e Province in primo luogo) a giocare la parte del cuscinetto e dell’ago della bilancia.
Da controllore a controllante Ma cosa accade se un ente, oltre ad essere rappresentante delle istanze dei lavoratori è allo stesso tempo il loro datore di lavoro? Il risultato non è più così scontato e i ruoli inevitabilmente possono assumere posizioni e punti di vista differenti. Lo sanno bene gli undici dipendenti di Etruria Innovazione, società per il trasferimento tecnologico e l'innovazione nella Toscana centro-meridionale con sede a Siena e interamente a partecipazione pubblica – Regione Toscana (42,8%), Provincia di Grosseto (12,96%), Provincia di Siena (5,56%), Provincia di Arezzo (7,41%), Comune di Siena (5,56%), Comune di Grosseto (5,56%), Comune di Arezzo (5,56%), CCIAA di Siena (5,56%) , Arezzo (1,85%) e Grosseto (1,85%), Università degli Studi di Siena (5,56%) – e senza scopi di lucro, costituita nel 1997 come uno dei tre poli della Rete Regionale per l'Alta Tecnologia.
La decisione della messa in liquidazione Infatti il 14 ottobre scorso l’assemblea dei soci, Regione Toscana in testa, ne sanciva la liquidazione pur sottoscrivendo l’impegno da parte di tutti i soci a trovare adeguata risposta alle necessità di ricollocamento dei lavoratori. A distanza di tre mesi il futuro dei lavoratori non appare così definito. E il punto di vista degli enti locali diverso da quello di altri casi. La liquidazione, di fatto, ha chiuso un periodo di quasi 4 anni di incertezza sul futuro della società a seguito della dichiarazione di non strategicità da parte della stessa Regione Toscana e, di conseguenza, degli altri suoi soci pubblici.
L'appello alla Regione Toscana «E ha chiuso anche – lamentano i lavoratori che hanno preso carta e penna scrivendo al Governatore Enrico Rossi – un periodo nel quale più volte noi dipendenti, vista la totale carenza di un direttivo capace di svolgere anche minima parte dei suoi compiti, ci siamo rivolti con lettere inascoltate ai vertici della Regione, un periodo nel quale gli stipendi sono stati erogati a mesi alterni e che si è chiuso con un debito da parte della società di 8 mensilità ad oggi non pagate ai dipendenti e versamenti per il TFR interrotti al marzo 2010». Un dialogo avviato con la Regione che, almeno in una fase iniziale, aveva dato ampie rassicurazioni sul futuro professionale dei lavoratori. «Con piacere – proseguono nella lettera – potemmo leggere anche dichiarazioni che lei in prima persona rese pubblicamente ad aziende e imprenditori, garantendo un impegno nei confronti dei nostri profili professionali e dell’importantissimo settore dell’innovazione che rappresentiamo.Le settimane che sono seguite hanno tuttavia delineato un quadro ben differente della situazione e ben lontano dagli impegni e dalle promesse sopra citate».
Cambio di direzione e futuro incerto Poi il cambio di rotta fino all’appello al presidente Rossi perché «Il suo costante interesse verso il tema del lavoro e dell’occupazione in moltissimi altri casi sul territorio regionale ci fa sperare in un suo intervento diretto nei confronti di una situazione che vede sostanzialmente la Regione Toscana nei panni del datore di lavoro. Per tali ragioni auspichiamo la sua massima sensibilità verso il personale di un’azienda che per molti anni ha lavorato a favore del suo socio di maggioranza e soprattutto per le aziende del territorio».
Quando la società era strategica In oltre 14 anni di attività la società ha realizzato progetti e percorsi di innovazione con oltre 600 soggetti fra imprese e centri di ricerca del territorio, ha vinto una media di 12 progetti l’anno fra bandi regionali, nazionali e comunitari, ha costruito una rete internazionale di rapporti con oltre 250 strutture in tutta Europa e ha conseguito nel biennio 2009-2010 la certificazione di qualità UNI EN ISO 9001:2008 e l’accreditamento al MIUR del laboratorio di R&S.