«Chiedo ufficialmente all'assessore alla sanità della Regione Toscana Luigi Marroni, al Presidente di Anci Toscana Alessandro Cosimi e al Presidente Uncem Oreste Giurlani un incontro congiunto con tutti i Sindaci, al fine di far chiarezza una volta per tutte sulla tematica relativa alla "Casa della Salute", evitando assolutamente che i direttori generali procedano unilateralmente, con parere contrario dei territori, a realizzare questo tipo di strutture, di cui peraltro, dovrebbero essere investite in primis, per competenza, le Società della Salute, laddove esistono o le Conferenze dei Sindaci». E’ quanto ha chiesto il Sindaco di Volterra Marco Buselli in una lettera indirizzata ai primi cittadini di Barga, Castelnuovo Garfagnana, San Marcello, Portoferraio, Abbadia San Salvatore, Massa Marittima, Orbetello, Pitigliano, Castel del Piano.
«E' ormai fin troppo chiaro – scrive Buselli nella lettera – che si tratta di una vera e propria «polpetta avvelenata», destinata a destrutturare definitivamente i nostri presidi ospedalieri di riferimento. Preciso che l'Amministrazione Comunale di Volterra è contraria al progetto, per quanto attiene il proprio territorio, mentre non è contraria a soluzioni, da concordare con l'Asl, esterne al Presidio Ospedaliero. Gli sprechi non albergano certo nelle nostre strutture, mentre continua inarrestabile la realizzazione di megaospedali, a distanza di poche decine di chilometri uno dall'altro o la permanenza di strutture che non hanno alcuna giustificazione in termini di ambito territoriale e distanze da altri presidi. Ci si avvia, in Toscana, a declinare di fatto il diritto alla Salute su due binari diversi, a scapito dell'uguaglianza nell'accesso alle cure tra tutti i cittadini, come garantito e sancito dalla nostra Costituzione».
Nella delibera regionale n. 334  del 2013 «approvazione progetti Asl della Toscana relativi a implementazione del modello assistenziale Casa della Salute" infatti è scritto «preso atto che 9 interventi sul totale prevedono la riconversione di piccoli ospedali» e poi «prevedendo l'assegnazione di una quota di 500.000  a supporto degli interventi che prevedano la riconversione di piccoli ospedali».
 
«Le teorie del dottor Rivieri sono quindi smentite dagli atti ufficiali. Gli atti parlano chiaro. – aggiunge Buselli – Se questo è il percorso tracciato da Regione e Asl, noi non ci stiamo, ma soprattutto è un atto di arroganza istituzionale pensare di imporre ad un territorio ciò che il territorio non vuole, esaltandolo pure come una miglioria di cui non poter fare a meno».