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Il governatore Enrico Rossi

«Inviteremo i cittadini della Toscana ad essere solidali con gli anziani che vengono lasciasti soli e che non potranno più ricevere la pensione, togliendo il libretto, il conto corrente e il deposito dalle Poste». Così il governatore della Toscana Enrico Rossi che ha deciso di passare alle maniere forti per evitare che il piano di contingentamento e chiusura degli uffici postali nelle piccole località e nei comuni non di primo piano del territorio crei i disagi che potrebbero essere previsti dal taglio del personale e dei luoghi adibiti all’invio di corrispondenza e al pagamento delle bollette voluto da Poste Italiane.

20090427_poste2.jpg«‘Acca’ nisciuno e’ fesso’» «Vogliamo dire a tutti ‘acca’ nisciuno e’ fesso’, nel senso che ci avevano promesso di aprire un tavolo a febbraio, poi ci hanno detto che si sarebbero fermati – ha spiegato il presidente della Toscana – Noi avevamo capito che si fermavano perché c’erano le elezioni. Finite le elezioni sono tornati alla carica e le Poste hanno scritto ai sindaci che chiuderanno entro 60 giorni gli uffici postali. Noi non abbiamo cambiato opinione, anzi siamo ancora più agguerriti rispetto a quello che eravamo a marzo. Cosa pensiamo? Chiediamo subito la costituzione di un tavolo. Scriverò oggi al Governo e scriverò all’amministratore delegato di Poste Francesco Caio perché questo tavolo si faccia a Roma, perché lo voglio a Roma con chi può decidere veramente. Lo chiediamo perché sia fatto nell’arco di una settimana-dieci giorni, noi non siamo persone che non sono disponibili anche a capire, 59 uffici però siamo assolutamente convinti che non possano essere chiusi. La Toscana ne ha già chiusi più di un centinaio, spesso ci siamo sostituiti noi attraverso Ecco-Fatto per alcuni servizi, ma chiudere altri 59 servizi significa lasciare in uno stato di abbandono una buona parte della popolazione anziana, che risiede in collina e in montagna. E, esiste una convenzione fra lo Stato e l’azienda pubblica, perché le Poste sono ancora un’azienda pubblica per cui si deve ancora garantire il servizio. Non è che si può levarlo dove non ci sono condizioni reddittività, ma dove invece c’e’ un estremo bisogno per le pensioni, come presidio o per altro».

Dure rappresaglie in caso di mancato ascolto Il governatore Rossi affonda poi il colpo contro Poste italiane minacciando dure rappresaglie in caso di mancato ascolto. «Se non ci verrà dato questo tavolo lotteremo –ha detto il presidente della Regione Toscana – Se dobbiamo prendere atto che le Poste sono un’azienda privata come tutte le altre noi ci “convenzioneremo”, su tutto quello che abbiamo. E’ una cosa che vale 6,5 milioni di euro. Credo che la chiusura di tutti questi sportelli comporti un risparmio poco superiore. Parleremo anche coi sindaci. Penso che ci sono anche tanti Comuni, che a loro volta hanno convenzioni a trattativa privata con Poste e credo che anche i sindaci saranno tutti d’accordo ad andare avanti con questa battaglia. Se poi neanche questo basterà inviteremo i cittadini della Toscana ad essere solidali con gli anziani che vengono lasciasti soli e che non potranno più ricevere la pensione, togliendo il libretto, il conto corrente e il deposito dalle Poste. Io ho mio padre che ce l’ha, lo farò».

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