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Foto Anna Martini

In centinaia ad Arezzo sono scesi in piazza per protestare contro il decreto del Governo che ha salvato Banca Etruria sulla pelle dei risparmiatori e degli investitori. In Corso Italia il comizio del segretario della Lega Nord Matteo Salvini che in un tweet aveva annunciato che celebrerà il funerale di 60mila risparmiatori: «Se salta una banca – scrive sul social network –  devono pagare i clienti o chi non ha vigilato? C’è qualcuno che ha fatto il furbo».

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Salvini con Francesco Macrì, consigliere comunale Fratelli d’Italia – Alleanza per Arezzo

 

 

Salvini: «Italiani fregati dalla Ue» «Gli italiani sono stati fregati. La Ue ci tratta peggio della Grecia». Così Salvini in piazza per esprimere solidarietà ai cittadini che hanno perso ii loro soldi. «Non è colpa dei 150mila truffati. In Italia sono saltate 4 banche dopo che l’Ue ha speso 60 miliardi per salvare le banche di mezza Europa. Bankitalia non ha vigilato, la Bce non ha vigilato. L’Europa ci ha richiamato sui migranti, sulle quote latte, sulla tassa sulla prima casa: se questa è l’Europa meglio soli che male accompagnati. In Italia ci sono altre banche nella stessa situazione delle 4 che sono state salvate, aspettiamo il disastro?». Poi l’appello al premiere Matteo Renzi: «Matteo, se vuoi come Lega siamo a disposizione per dare battaglia». Salvini ha poi avuto anche parole per i lavoratori delle 4 banche salvate: «La nostra attenzione va anche ai lavoratori, perché non devono metterci i dipendenti per gli errori dei loro dirigenti e dei loro amministratori – ha detto -. Io vorrei, però che nel nome della trasparenza venissero pubblicati nomi e cognomi di quelle imprese, di quei privati, di quelle cooperative e di quelle associazioni che hanno preso i soldi  della Banca Etruria e non li hanno restituiti».

Gli investitori: «Fregati delinquentemente» «Ho sudato quei risparmi con queste mani piene di calli ed ora non ho più niente. Ma ‘loro’ me li hanno fregati delinquentemente». Sono le parole di un ex obbligazionista di Banca Etruria, che risiede a Chiusi della Verna, paese dove 150 famiglie sono letteralmente in ginocchio e dove il Natale verrà festeggiato in tono assolutamente dimesso. «Avevo obbligazioni già dal 2013 – racconta una signora – poi quando la banca è stata commissariata nel febbraio scorso ho chiesto di poterle vendere ma mi sono state proposte obbligazioni “sicure”. Tra me e mio padre abbiamo perso 55mila euro e il nostro bilancio familiare è a pezzi». Da Chiusi ad Arezzo, dove la rabbia non è da meno. «Vieni ho roba buona mi disse un funzionario – riferisce un ex obbligazionista – Io sono andato, mi sono fidato, ed ho perso una cifra pesante. I miei risparmi si sono volatilizzati tutti in un lampo, spero che qualcuno paghi». Eloquente il commento di un anziano che afferma di non aver più niente. «Partecipo a tutte le assemblee di chi si trova nelle mie condizioni, ma come si fa ad avere fiducia?».

lacroceLacroce: «Ministro stracci il decreto» Si è poi aperto “Banca Etruria ultimo atto. Soluzioni a difesa dei risparmatori” al centro Affari di Arezzo. Sul palco si alternano risparmiatori e soci della banca , rappresentanti istituzionali, politici e associazioni dei consumatori. A prendere la parola è stato anche il presidente degli “Amici di Banca Etruria” Vincenzo Lacroce: «Chiederò al Ministro Zanetti che il decreto venga stracciato dalla finanziaria». «Con quale credito sono stati dati i finanziamenti a certi soggetti? Si deve indagare – ha aggiunto Lacroce -. Dobbiamo smascherare queste pratiche che hanno portato alla distruzione di Banca Etruria. La Banca del territorio è stata mangiata da una parte del territorio, ora rimangono solo le nostre ossa».

L’ex presidente «Risparmiatori non sono speculatori» L’ex presidente di Banca Etruria, in carica fino al 2008, Cesare Bircolotti ha sottolineato: «Col decreto Salva banche si è agito superficialmente senza considerare il danno che si sarebbe fatto sui risparmiatori che avevano riposto la loro fiducia in noi. Il clima è di paura verso tutto il sistema bancario. Artigiani, pensionati e piccoli risparmiatori non sono speculatori, anzi è difficile pensare che potessero capire e comprendere il rischio delle obbligazioni subordinate»