«Al popolo senese faccio una grande e solenne promessa: è finita l'epoca in cui il sindaco può avere la tentazione di fare l'interesse di gruppi di potere, grandi o piccoli che siano, rispetto all'interesse della propria comunità. Lo dico anche al mio partito, prima vengono gli interessi della comunità e poi quelli del partito». Queste le prime parole del neosindaco di Siena Bruno Valentini al momento dell'insediamento ufficiale in Palazzo Pubblico. Una cerimonia che ha visto anche il passaggio di consegne con Enrico Laudanna, il Commissario Prefettizio nominato un anno fa per mettere in equilibrio i conti del Comune dopo il dissesto finanziario e la caduta della giunta guidata dall'ex primo cittadino Franco Ceccuzzi. Il neosindaco della città del Palio è poi tornato sulla necessità di anteporre a tutto gli interessi della comunità sottolineando che «questa è la cifra della nuova politica e l'unico modo possibile che ci consente di far tornare alle urne quel 32% di senesi che non hanno votato al primo turno. Quella è una ferita che mi sento addosso».
Giunta entro 4 giorni Una promessa solenne le cui parole risuoneranno nelle teste dei cittadini, quelli che lo hanno votato e ancor di più quelli che avrebbero preferito Eugenio Nerio o quelli che hanno scelto di non votare. Nei prossimi 10 giorni sarà convocato il primo Consiglio Comunale ma l’attenzione, ora, è tutta rivolta alla formazione della squadra di Giunta. Sui possibili assessori Valentini continua a tenere le carte coperte e aggiunge: «La Giunta, ci lavorerò per averla in 3-4 giorni. E’ uno scouting sulle qualità, non ci saranno assessori col distintivo. Sto lavorando su una ventina di nomi per trovare persone fuori dai percorsi tradizionali della politica».
Fondazione Mps, le stoccate a Mancini e alla Deputazione uscente Le idee, invece, il nuovo primo cittadino, sembra averle ben chiare sul futuro presidente della Fondazione Mps e sugli organi dirigenti in scadenza a fine luglio. Idee chiare, perlomeno sui metodi e criteri di scelta, che non risparmiano certo le critiche all’attuale numero uno di Palazzo Sansedoni Gabriello Mancini così come ai membri della Deputazione Generale uscente. «Il prossimo presidente della Fondazione Mps – ha spiegato Valentini – sarà scelto secondo precisi criteri di competenza e non perché è un politico, dovrà avere i requisiti e le capacità professionali in grado di competere alla pari con l’attuale presidente della banca. La Deputazione ha forti responsabilità su quanto è successo. Credo che gli attuali membri non debbano più prendere decisioni significative fino a quando non saluteranno questa città. Anzi – ha concluso il nuovo sindaco – possono uscire con la schiena dritta solo se dimostrano in questo momento di essere autonomi come non lo sono mai stati».
Inchiesta Mps, processi veloci e pene esemplari E nel giorno in cui viene annunciato il giudizio immediato per gli ex vertici di Banca Mps (leggi), Valentini interviene sull’inchiesta invocando processi veloci e pene esemplari. «La magistratura ha fatto bene il proprio dovere di indagine e di riservatezza – ha voluto sottolineare il primo cittadino -, si sta per arrivare ai processi e spero che nessuno fugga dalle proprie responsabilità con la prescrizione. Chiedo che i processi vengano fatti velocemente e con pene esemplari». Sul futuro di Rocca Salimbeni Valentini si sofferma poi sui possibili nuovi azionisti e sul legame della banca con la città: «La decisione sugli eventuali nuovi azionisti di cui la banca evidentemente ha bisogno deve ruotare attorno a due principi: la Fondazione deve rimanere azionista di riferimento e il nuovo azionariato deve essere stabile e in grado di garantire sviluppo alla banca senza aggredirla in questo momento di difficoltà. E’ finita l’epoca in cui il sindaco aveva una filiera di potere che lo portava a scegliere il presidente della banca, questo non è quello che vogliono i milioni di italiani che sono clienti del Monte dei Paschi. Voglio che la senesità sia un fattore positivo, un fattore di incoraggiamento alla crescita e non di clientelismo. Il rapporto tra la banca e la sua città non sarà più un rapporto malato ma fatto di soggetti che si rispettano e che sanno che la fortuna di uno dipende dall’autonomia dall’altro».