La notizia tanto attesa ad Arezzo è arrivata: oggi il consiglio di amministrazione della Banca Popolare di Vicenza ha ritirato l’OPA ovvero l’offerta vincolante avanzata lo scorso 28 maggio a Banca Etruria. La banca vicentina presieduta da Gianni Zonin ha ribadito che l’Opa «si sarebbe concretizzata esclusivamente se il Consiglio di Amministrazione di BPEL avesse espresso, entro il 12 giugno 2014, una preliminare valutazione positiva sull’OPA medesima». Quindi, preso atto «della risposta di BPEL e del comunicato dalla stessa diramato in data 11 giugno 2014 nel quale BPEL medesima «pur confermando l’interesse ad una integrazione, ha evidenziato al contempo di non potere esprimere allo stato una preliminare valutazione positiva della proposta così come formulata dalla Banca Popolare di Vicenza», nonché «del fatto che, stante l’assenza di una preliminare valutazione positiva sull’OPA da parte del Consiglio di Amministrazione di BPEL, l’Offerta Vincolante è decaduta», lo stesso cda vicentino «ha constatato che non vi sono i presupposti per proseguire la trattativa in relazione alla prospettata integrazione».
L’ipotesi tramontata E’ troppo presto per capire se quello che è successo è bene per Arezzo – come sostengono la maggior parte delle istituzioni e delle categorie – o se, crudamente, Banca Etruria è rimasta con il cerino in mano. L’ipotesi vicentina è tramontata definitivamente, visto che la nota della banca veneta termina con questa dichiarazione perentoria: «Eventuali altre ipotesi o proposte diverse dalla ormai decaduta offerta vincolante formulata da BPVi in data 28 maggio 2014, non possono essere prese in considerazione in quanto non rispondenti alla strategia della Banca Popolare di Vicenza». Aspettiamo di sapere quali sono le altre banche interessate all’acquisto o all’integrazione con Banca Etruria e quanto tempo ha l’istituto aretino per trattare al meglio, garantendo le tutele a tutti, innanzitutto ai soci e ai dipendenti.
di Giulia Ambrosio