Esercitazione antiterrorismo nelle scorse ore in Palazzo Vecchio in vista del G7 della cultura che Firenze ospiterà il 30 e 31 marzo. L’esercitazione, che doveva restare segreta ed ha riguardato gli ambienti del museo e i cortili interni, con la presenza delle forze dell’ordine dispiegate in gran numero. «Nei giorni scorsi la Questura di Firenze ha chiesto al Comune la possibilità di poter svolgere per motivi di sicurezza e prevenzione, un’esercitazione all’interno del museo di Palazzo Vecchio» ha raccontato l’assessore alla sicurezza Federico Gianassi, rispondendo al consigliere comunale di opposizione Tommaso Grassi, che ha lamentato la mancanza di comunicazione sull’evento. «L’esercitazione ha lo scopo di testare la reazione ad eventuali episodi di terrorismo. La richiesta della Questura era stata che, per ovvie ragioni, restasse riservata e che assistessero alle operazioni solo alcuni agenti della Polizia municipale che conoscono perfettamente il palazzo e il museo». «Gli operai presenti nel museo per lavori di manutenzione -ha precisato Gianassi – sono stati fatti uscire prima dell’inizio dell’esercitazione e fatti rientrare al termine. Gli agenti della polizia presenti non hanno rilevato altri dipendenti né motivi di preoccupazione che nel caso sarebbero stati subito spiegati. Ringraziamo le forze di polizia per le azioni di prevenzione che rassicurano cittadini, turisti e dipendenti del palazzo».
Grazzi (Firenze Riparte a Sinistra): «Sembrava di essere sotto assedio» Prima della risposta di Gianassi, era intervenuto Grassi, capogruppo di Firenze riparte a Sinistra, che ha interrogato l’amministrazione comunale sull’esercitazione antiterrorismo di ieri sera in Palazzo Vecchio. «Ma più che una pura e semplice esercitazione sembrava di essere sotto assedio. Nessuna comunicazione ai dipendenti e a tutti coloro che potevano trovarsi all’interno del palazzo – ha puntualizzato Grassi – Io stavo uscendo dal mio ufficio, ero presente, e ho visto lo stupore di tutti coloro che si trovavano dentro e fuori dal Palazzo. Come è possibile che non sia stato diffuso nessun avviso? Era una situazione assurda. Rispettiamo la Polizia di Stato – ha continuato Grassi – e ringraziamo tutte le forza dell’ordine che hanno dovuto incrementare il proprio sforzo per la sicurezza della città, ma ci è sembrato strano che non si sia svolta l’esercitazione come in tanti altri casi. Vorremmo sapere se c’è stato un errore di comunicazione. Oppure se qualcuno, cosa molto probabile nel Comune di Firenze si è dimenticato con superficialità di avvisare. Potevano innescarsi situazioni di panico incontrollato».