paolo virzi' la pazza gioia«Sono molto orgoglioso e felice di venire a presentare il film qui a Firenze, la capitale del territorio del racconto narrato nella pellicola. Ho girato quasi interamente il film in Toscana perché cercavo un territorio che mi fosse familiare visto che nella gioia e nel dolore questa è la patria che spesso ho in mente, dalla dolcezza delle colline dei vivai pistoiesi ai centri commerciali pratesi, passando per l’incanto notturno montecatinese, fino al momento feroce, sempre montecatinese, di brulicare di vite torbide notturne, alla frenesia della Versilia di notte e alla spiaggia viareggina. C’è un po’ di tutto, anche il luogo dove spontaneamente mi viene da immaginare un suicidio cioè la zona del Romito».

La questione mentale Lo ha detto il regista cinematografico Paolo Virzì parlando a margine di una conferenza stampa svoltasi questa mattina a Palazzo Sacrati Strozzi a Firenze per presentare il suo ultimo film, “La pazza gioia”, alla presenza della vicepresidente della Regione Toscana, Monica Barni. «Nel film c’è una parte che parla della questione del disturbo mentale che è un tema che mi affascina e che a volte ho seppellito nei racconti di altri miei film perchè se penso a certi personaggi di precedenti mie pellicole sono oltre che casi umani anche casi clinici – ha aggiunto Virzì -. Questa volta partivamo dal punto di vista di due donne sole e sancite come matte, pericolose, custodite in un luogo accogliente, anche regolato da norme e principi giusti ma che sono fesse rispetto alla natura umana e alla sua complessità».