L’Associazione empolese per il dialogo, l’integrazione e la convivenza ha inaugurato ad Empoli la sua nuova sede che si trova in Via Pirandello, all’interno di un capannone nella zona commerciale di Carraia. Da oltre un anno la comunità islamica locale cercava uno spazio dove accogliere tutti i fedeli musulmani e poter organizzare momenti di socializzazione, svago e di preghiera per loro e le loro famiglie. Da anni i soci dell’associazione si riunivano, con notevoli disagi a causa degli spazi insufficienti, in un fondo nella frazione di Pontorme. Lo scorso anno il Comune di Empoli concesse l’area esterna del centro polivalente ‘La Vela – Margherita Hack’ di Avane per svolgere le cerimonie del Ramadan al termine delle quali furono invitati il sindaco di Empoli Brenda Barnini e il proposto Don Guido Engels, rispettivamente in rappresentanza della società civile e della chiesa cattolica. Gli stessi che hanno partecipato alla semplice inaugurazione della nuova sede.
Il sindaco: «Vivere insieme significa vivere in modo sicuro» «Sono qui in rappresentanza di tutti gli empolesi per affermare il valore della cittadinanza tutta. Vivere insieme significa vivere in modo sicuro. Rispettare le tradizioni e i valori altrui – ha detto il sindaco Barnini – è l’unico modo per convivere ad abitare le nostre città in modo confortevole. Empoli è da anni città dell’accoglienza e della convivenza. Ricordo a tutti che siamo a qui a festeggiare il ‘trasloco’ di una sede che già era nel nostro territorio da anni. Da anni a Pontorme la comunità islamica si riuniva. Oggi uomini e donne di fede musulmana hanno trovato una nuova casa in uno spazio più ampio, dove hanno dignità di essere ospitati anche donne e bambini, cosa fondamentale. Tutti loro sì sono impegnati con sacrificio per trovare questo luogo adeguato, hanno lavorato e raccolto i fondi per fare questo sforzo tutti insieme. C’è qualcuno che non perde occasione purtroppo per cercare di dividere, per fortuna senza risultato. E la presenza del Proposto Don Guido è la testimonianza del fatto che questo è un passaggio naturale per una città che da anni accoglie e convive con culture diverse. Per farvi capire non solo quella islamica aveva bisogno di spazi, ma sono a conoscenza che anche il gruppo empolese di fede buddista cerca spazi più ampi. La società cambia e noi come amministrazione comunale cerchiamo di aiutare a far convivere tutti».
Don Guido: «Insieme a loro dobbiamo percorrere una strada ricca di ponti» «È importante che ci sia fraternità e dialogo nella nostra comunità. Così come prima i fratelli musulmani erano a Pontorme – ha detto Don Guido – , oggi hanno trovato questa bella casa per le loro preghiere visto che sono sempre in numero crescente qui a Empoli. Il luogo è dignitoso e più ampio. Dobbiamo insieme a loro percorrere una strada ricca di ponti che hanno sempre permesso alle persone e di scambiarsi tra loro i valori in cui credono. Dobbiamo guardare a ciò che ci accomuna, e le nostre differenze ci aiutano a capire le ricchezze che abbiamo».