FIRENZE – «L’indagine ha dimostrato che il porto di Livorno è in asse con quello di Gioia Tauro e che le cosche hanno dei riferimenti tra chi lavora all’interno, anche se non è una novità».

A dirlo la Fondazione Antonino Caponnetto con il presidente Salvatore Calleri in merito «alla brillante operazione di ieri contro la ‘ndrangheta ha toccato anche la Toscana ed in particolare il porto di Livorno dove si ha avuto notizia dell’ennesimo sequestro di droga. Quello che la Fondazione Antonino Caponnetto dice da tempo è quindi confermato dai fatti – si sottolinea -: la ‘ndrangheta controlla parte del porto di Livorno alla stregua di quanto accade con i porti del nord Europa. Se ne prenda atto e si adottino le contromisure necessarie».

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