Bene, signori, amici miei che mi ascoltate: le domande che mi sento di fare sono queste: Il nostro domani sarà turbato dalla guerra? Dopo che avremo studiato, avremo un’occupazione?. E poi un’altra domanda mi fanno. Gli anziani mi ascoltino: Perché, Presidente, gli anziani si abbandonano a tanti scandali? Perché tanta corruzione? E’ un rimprovero che sorge dai giovani verso questa minoranza di anziani che danno esempio di corruzione, di disonestà. Guai a chi da scandalo ai giovani! Io li amo immensamente questi giovani. Sono l’avvenire della Patria. Noi rappresentiamo il passato, con il nostro bene ed anche i nostri errori. Ma questi giovani si affacciano adesso alla vita, sono essi che hanno nelle loro mani l’avvenire della Patria e del popolo italiano. Io credo nella nostra gioventù. E’ molto più sana di quello che pensano certi anziani che stanno con molto sussiego lontano dai giovani o che sono pronti a giudicarli, a dare giudizi del tutto superficiali. E’ vero, sono esuberanti. E perché non devono essere esuberanti alla loro età? Vorrei essere io esuberante, vorrei io la loro età, la loro giovinezza che è un bene prezioso e che avrei voluto vivere in tutta la sua pienezza. Hanno diritto i giovani di vivere gioiosamente e di guardare con tranquillità al loro domani. Siamo noi anziani che dobbiamo fare in modo che questa loro speranza diventi una certezza. E fanno bene a scendere in piazza e a volere la pace, se tutti i popoli della terra, tutti i giovani della terra potessero trovarsi uniti e potessero quindi coralmente esprimere il loro desiderio, la loro volontà, tutti si esprimerebbero per la pace, contro la guerra. E noi vogliamo che i nostri giovani possano vivere sicuri della pace e della libertà. Vogliamo che essi siano degli uomini liberi, in piedi, a fronte alta, padroni del loro destino e non dei servitori in ginocchio. Questo noi chiediamo. Io ai giovani dico: battetevi per la libertà, per la pace e per la giustizia sociale. La libertà senza la giustizia sociale non è che una conquista fragile che si risolve per molti nella libertà di morire di fame. Bisogna che alla libertà sia unita la giustizia sociale. Sono un binomio inscindibile. Lottate quindi con fermezza, giovani che mi ascoltate, perché lotterete così per il vostro domani, per il vostro avvenire. Ma siate sempre tolleranti. Sì, lottate con la passione con cui ho lottato io e lotto ancora oggi nonostante glia nni; lottate per la fede che arde nei vostri cuori. Ma io vorrei che voi teneste presente un ammonimento di un pensatore francese, ammonimento che io ho sempre tenuto presente alla mia mente. Dico al mio avversario: io combatto la tua idea che è contraria alla mia, ma sono pronto a battermi sino al prezzo della mia vita perché tu la tua idea la possa esprimere sempre liberamente. Ecco quello che io dico ai giovani, senza presunzione, quasi fossi un loro compagno di strada, tanto mi sta a cuore la loro sorte. Ed io li esorto ad andare avanti, a continuare per la loro strada, a cercare nella scuola cultura: ad ascoltare i loro docenti per adornare la loro mente di cognizioni necessarie quando saranno chiamati a svolgere un’attività. Voi giovani siete la futura classe dirigente del nostro Paese, dovete quindi prepararvi per assolvere degnamente questo nobilissimo compito.
Sandro Pertini, 31 dicembre 1983