La città torna a parlare di mafia. Due mesi dopo la sparatoria di via Matteotti, la criminalità organizzata è tornata al centro del dibattito con l’incontro “Follonica per la legalità” che ha avuto al centro il libro “Vent’anni di lotta alle mafie e alla corruzione in Italia. L’esperienza di Avviso Pubblico”. «È stata presa coscienza di determinate dinamiche presenti in città», ha detto il sindaco Andrea Benini, precedendo gli interventi degli ospiti, legati ad Avviso Pubblico, la rete di enti locali impegnata a promuovere la cultura della legalità e della cittadinanza.
La mafia sul territorio Non è un caso che questo libro sia stato al centro del dibattito a Follonica, città ancora segnata dai fatti del 13 aprile scorso, quando Raffaele Papa sparò quattro colpi con una pistola uccidendo Salvatore De Simone e ferendo gravemente il fratello Massimiliano e la farmacista Paola Martinozzi, che passava in quel punto e in quel momento per puro caso. Una lite scoppiata per futili motivi, per cui è stato arrestato anche Antonio Papa, padre di Raffaele, con l’accusa di concorso con il figlio nella commissione dei reati di detenzione e porto in luogo pubblico della pistola con la matricola abrasa. «Non è stato un omicidio di mafia, ma avvenuto in un contesto di stampo mafioso», dice Benini. «Occorre mettere in fila i fatti e chiamarli con il loro nome, così da prendere contromisure».
Avviso Pubblico e la Toscana Per parlare del libro erano presenti Pierpaolo Romani, coordinatore nazionale della rete e curatore del testo insieme a Giulia Migneco, Paolo Borrometi, giornalista dell’Agi e direttore del sito di informazione “La Spia”; Alberto Vannucci, professore ordinario di Scienza Politica presso l’Università di Pisa, moderati da Michele Taddei, vicepresidente dell’Ordine dei Giornalisti della Toscana. «Gli enti locali sono fondamentali per il controllo e la lotta alla criminalità organizzata sul territorio», ha detto Romani. Vannucci invece è entrato nel merito di quel che accade in Toscana, anticipando alcuni elementi del prossimo rapporto sui fenomeni di criminalità organizzata e corruzione in Toscana. Due gli elementi che hanno caratterizzato la ricerca condotta nell’ultimo anno, tutt’altro che confortanti. Il primo: la criminalità organizzata viene sul territorio per operare come “vera” mafia, ossia senza limitarsi a praticare mercati illeciti, ma assumendone il controllo fino a dettarne le regole. Il secondo: qua si registrano livelli alti di riciclaggio. «Il livello di allarme in Toscana è elevato», ha spiegato Vannucci. Borrometi infine è tornato sui fatti di via Matteotti, dicendo che l’omicidio si è consumato in un vero e proprio «contesto mafioso».