Era il 31 ottobre 2011 quando annunciammo che la Regione Toscana aveva intenzione di aumentare di 5 centesimi al litro il costo  della benzina per il 2012. Un aumento motivato con gli interventi di emergenza a seguito delle alluvioni in Liguria e Toscana e reso obbligatorio dall’imposizione alle Regioni di stanziare risorse facendo ricorso alla leva fiscale per poter accedere al fondi della Protezione Civile (e quindi ai 25 milioni stanziati dal governo).

L'entità dell'aumento Oggi per i cittadini toscani non solo quei 5 centesimi sono diventati una realtà, ma sono arrivati, complice l’accise imposta dal Governo Monti, a 6,1. Un aumento che allora, sull’onda delle emozioni solidaristiche post alluvione, passò sotto silenzio e che oggi, invece, archiviato il 2011 e attuata la manovra Salva Italia ha fatto gridare allo scandalo fino ad approdare sulle cronache regionali con un attacco da parte del direttore de La Nazione Tedeschini che ha tuonato contro il Governatore della Toscana Enrico Rossi.

Il ripensamento e la lettera a Monti E così, come troppo spesso siamo ormai abituati a leggere in questo nostro Paese, prima è lo stesso presidente Rossi che dal suo Facebook, in una versione Dottor Jekyll e Mr. Hyde, arriva a gridare allo scandalo sostenendo che il provvedimento adottato dalla Regione e maggiorato dell’Iva del 21% imposta dal Governo «è una vera schifezza, in pratica, una grandissima porcheria…». Poi, armato di carta e penna, come riportato oggi da La Nazione scrive al presidente Monti chiedendogli di sospendere l’Iva sulle accise perché «i cittadini, pur comprendendo il carattere solidale dell’imposta regionale, ritengono meno giustificata (anche se corretta sul piano tecnico) l’ulteriore applicazione dell’Iva sull’imposta stessa». Intanto i giorni passano e tra un ripensamento, un rimorso e un rimpianto, al di là delle tasse, la solidarietà alle vittime dell’alluvione non si è mai fermata, mentre il rifornimento di carburante in Toscana continua a rimanere il più alto d’Italia.