Quando ho visto di persona Lucia Annibali ho provato al tempo stesso vergogna e ammirazione. Vergogna per chi le ha sfregiato il volto, l’ha condannata a portare sul viso i segni di un amore malato e ammirazione per la forza, il coraggio e la capacità di Lucia di affrontare un evento così drammatico. Lucia Annibali è una donna di 36 anni, è un avvocato, è una figlia, è una sorella. E’ una persona come noi a cui in un giorno qualunque di aprile hanno tentato di rubare la giovinezza, la bellezza, l’anima, il sorriso, la dignità, condannata a portare per sempre sul volto la firma del male. Ma quando la incontri, la senti parlare trasmette una serenità e una tranquillità impressionanti. Non è ‘finzione’ davanti alle telecamere. Basta guardarla negli occhi per sentire la sua energia e la sua passione. Lucia è riuscita inconsapevolmente a trasformare una tragedia personale in una grande battaglia pubblica contro la violenza sulle donne. Chi voleva rubarle sogni e futuro non c’è riuscito. Dovrà ricredersi. Lucia Annibali non ha mai smesso di lottare. Dal 16 aprile ha già subito 10 interventi chirurgici e la prossima settimana entrerà di nuovo in sala operatoria. Numerose operazioni per restituire il sorriso a quel volto bruciato dall’acido. Il suo carnefice è l’ex fidanzato Luca Varani, l’uomo che diceva di amarla (condannato in primo grado dal tribunale di Pesaro a 20 anni di reclusione con il rito abbreviato, il massimo della pena consentito, i suoi avvocati hanno annunciato che ricorreranno in appello). La ‘colpa’ di Lucia è stata quella di averlo lasciato dopo aver scoperto che Varani era già fidanzato con la donna che poi gli ha dato un figlio. Ma Luca non ha accettato la fine della relazione. Prima l’ha pedinata, offesa, impaurita poi ha tentato di ammazzarla manomettendo il gas della cucina. Ma non bastava. Così ha comprato l’acido solforico ed ha assoldato due uomini di origini albanesi (condannati in primo grado a 14 anni di carcere come esecutori materiali dell’aggressione) che hanno atteso Lucia mentre rientrava a casa dalla palestra e le hanno lanciato sul volto oltre 400 centilitri di acido solforico che le hanno deturpato il viso, in pochi minuti l’acido le ha bruciato bocca, zigomi, occhi, cancellando per sempre la vecchia Lucia. Da quella sera ogni giorno deve fare i conti con una nuova se stessa. Nello specchio vede riflessa una immagine che non riconosce più, a cui deve abituarsi. Eppure questa donna invece di coltivare sentimenti di odio, rabbia e rancore per i suoi aguzzini ci da’ una grande lezione di vita. Una lezione di dignità, rispetto, amore per la vita. Viene naturale chiedersi quale sia la pena giusta che una persona deve scontare per aver fatto del male a qualcun altro, qual è la condanna giusta per chi si arroga il diritto di cambiarti la vita per sempre con violenza e ferocia. Probabilmente la pena giusta non esiste. Anche quando la giustizia (veramente giusta) fa il suo corso niente e nessuno potrà mai restituire alle vittime quello il loro carnefice gli ha tolto. Il giusto risarcimento non esiste. Eppure anche se cicatrici, ferite, dolore e ricordi resteranno per sempre c’è chi di fronte a tanta violenza ha risposto con il sorriso. La giustizia farà il suo corso, ci sono ancora due gradi di giudizio da affrontare, ma Lucia ha già vinto. Ha vinto la sua battaglia. È sopravvissuta a se stessa, si è inventata un nuovo modo di stare al mondo con la sua nuova faccia che non hai mai nascosto. Ha tirato fuori tutta la bellezza che è dentro di lei, che dovrebbe essere dentro ognuno di noi.