resurrezione di piero
La “Resurrezione” di Piero della Francesca

Due notizie buone riguardano due capolavori custoditi in provincia di Arezzo: “San Francesco che riceve le stimmate” di Bartolomeo della Gatta e la “Resurrezione” di Piero della Francesca.

La rinascita della “Resurrezione” Cominciamo da quest’ultima, «la più bella pittura del mondo» per tutti, dopo la celebre dichiarazione d’amore di Aldous Huxley. La storia e la provvidenza si allearono poiché quella definizione, radicata nella mente del capitano britannico Antony Clarke, suggerì allo stesso di interrompere il cannoneggiamento di Sansepolcro durante la Seconda guerra mondiale. Bene, fra qualche giorno si inizierà a montare il ponteggio al Museo Civico di Sansepolcro e la Resurrezione inizierà il suo percorso di rinascita, grazie alla donazione di 100.000,00 euro da parte di Aldo Osti. Un ex dirigente della Buitoni di Sansepolcro che è tornato li dove lo ha portato il cuore: oggi Osti vive in Svizzera ma l’intelligenza e una buona disponibilità finanziaria gli hanno consigliato di fare questo dono meraviglioso all’arte. La pulitura e il restauro del dipinto, che non comporteranno la chiusura della sala del Museo Civico dove è esposta l’opera, anzi consentiranno ai visitatori di assistere al work in progress, saranno curati dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze che  dovrebbe riconsegnarci l’opera entro il 2016.

bartolomeo-della-gatta-stimmate-di-san-francesco
“San Francesco che riceve le stimmate” di Bartolomeo della Gatta

Il San Francesco di Bartolomeo della Gatta verso Expo L’altra notizia riguarda il San Francesco di Bartolomeo della Gatta conservato nella Pinacoteca comunale di Castiglion Fiorentino: è appena arrivata al Comune la richiesta ufficiale di Vittorio Sgarbi per il prestito dell’opera per l’Expo. A Castiglion Fiorentino esultano, la finestra su di un territorio, quello della Valdichiana aretina, che già si sa promuovere benissimo, è quanto mai prestigiosa. Il dipinto di Bartolomeo della Gatta, che siamo abituati a vedere in giro tant’è che a marzo partirà per l’Accademia di Firenze per una mostra sulle rappresentazioni francescane nell’arte, da lì ripartirà poi nel mese di aprile per il padiglione Eataly dell’Expo, insieme ad altre cinque opere provenienti dalla Toscana. L’operazione sarà più chiara quando ce la descriveranno meglio, sicuramente sarà un’esposizione in accompagnamento ai venti ristoranti delle regioni d’Italia gestiti da Eataly.  Sacro e profano? Vediamo, prima di storcere il naso. Sgarbi, anche quando prende cantonate per troppa simpatia o antipatia, comunque non permette che le opere ne escano vilipese. E forse quel barbagianni ieratico che ci  guarda dal dipinto di Bartolomeo,  potrebbe diventare una delle icone di Expo.

 

Articolo precedenteNeve in Toscana, blocco dei mezzi pesanti sulla Fi-Pi-Li e sulla Porrettana
Articolo successivoSiena e il “giovane” cambio di passo