Un confronto di esperienze e competenze per cercare di combattere il perdurare della crisi economica in atto e cercare soluzioni condivise per uscirne. È stato questo il leitmotiv principale della "Giornata del Cooperatore", organizzata da Confcooperative Siena all’auditorium di Chianti Banca “Giuseppe Burrini”. Nel 2012, sancito dall'Onu Anno Internazionale della Cooperazione, il tessuto imprenditoriale che fa riferimento a Confcooperative Siena ha organizzato un tavolo plurisettoriale ed un dibattito che sono andati alla ricerca di quelle che possono essere le prospettive future, soprattutto incentrate sul territorio e sui tanti giovani che con sempre maggiore frequenza si rivolgono alla cooperazione per avviare iniziative imprenditoriali.
«La cooperazione si basa da sempre sulle persone e sull'importante lavoro svolto da ogni singolo socio – ha detto il presidente di Confcooperative Siena Mario Marchi -. La crisi è arrivata anche nelle nostre zone e l'andamento anticiclico che i nostri associati hanno sempre dimostrato, oggi, è messo a dura prova dai sacrifici fatti negli anni passati. Occorre lavorare in prospettiva, sugli orizzonti economici e di mercato che si prefigurano di fronte alla cooperazione. Lo scenario non è dei più facili ma ripeterlo serve a poco. La forza dei nostri soci è e sarà sempre uno dei motori propulsivi della nostra economia, aiutata e guidata dalla solidarietà e dalla collaborazione che storicamente accompagnano la variegata attività di Confcooperative – ha concluso Marchi -. Lo dobbiamo anche ai tanti giovani imprenditori che sempre più si rivolgono a Confcooperative Siena per ricercare consigli relativi alla loro iniziativa imprenditoriale».
Nella lunga maratona di interventi e approfondimenti sono intervenuti, tra gli altri, Carlo Salvadori, presidente Fedagri Toscana, Federico Bettarini, presidente Federabitazione Toscana, Florio Faccendi, presidente Federazione Bcc Toscana, Mariapia Cattolico, presidente Federcultura e Turismo Toscana, Giuseppe Gori, presidente Federlavoro Toscana, e Paolo Maroso, presidente Federsolidarietà Toscana.
 
Il ricordo di Martino Bardotti – Prima del dibattito, è stata ricordata la figura di Martino Bardotti con un incontro cui hanno partecipato parenti, politici, amici, autorità ed istituzioni senesi e toscane per ricordare lo storico presidente di Confcooperative Siena (dal 1974 al 2004 e dal 2008 al 2012), scomparso il 20 agosto scorso. Dopo la messa in suo suffragio, celebrata da Monsignor Andrea Lombardi, assistente ecclesiastico  di Confcooperative Toscna, ha aperto il ciclo di interventi il presidente di Confcooperative Siena, Mario Marchi, che ha riportato le parole del presidente nazionale di Confcooperative, Luigi Marino, il quale ha voluto salutare la «grande saggezza e competenza di Bardotti, personaggio autorevole a Roma, in Toscana e a Siena», sottolineando inoltre la sua figura come motore principale della crescita del mondo cooperativo di tutto il senese. È poi seguito l'intervento di Gabriello Mancini, presidente della Fondazione Mps, che ha ricordato il suo profondo legame, umano e professionale, con Bardotti. «È stato il mio primo maestro in politica», ha detto Mancini. Molto partecipato il contributo del professor Roberto Barzanti che, citando anche il volume scritto dall'ex presidente di Confcooperative Siena "Diario di prigionia", ha ricordato anche i confronti politici con Bardotti «che andavano sempre al di là delle ideologie e delle appartenze ed erano sempre funzionali al bene comune e pubblico». Durante il ciclo di interventi, l'annuncio da parte del professor Luca Guerranti, preside del "Leonardo da Vinci" di Poggibonsi e reggente all'Itc Bandini di Siena, di voler intitolare a Martino Bardotti un istituto comprenivo a Poggibonsi per rendere omaggio anche alla sua figura di grande insegnante. A chiudere, il saluto e il commosso ringraziamento di Gianna Bardotti, una delle figlie di Martino, che ha parlato della vecchiaia del padre vista come un dono tutt'ora presente per tutta la famiglia. Del resto, come ha ricordato un ex scolaro di Bardotti citando Sant'Agostino, «Chi vive nel ricordo dei propri diletti, non muore. È solo lontano».