Sono 14 i Comuni toscani che il 21 e il 22 aprile sono chiamati al referendum per la fusione. Quattro i nuovi enti che nasceranno: nel Valdarno fiorentino potrebbero diventare un unico Comune Figline e Incisa sotto il nome di Figline e Incisa Valdarno; nell'Aretino, Castelfranco di Sopra e Pian di Scò; in Lucchesia Fabbriche di Vallico e Vergemoli diventeranno Fabbriche di Vergemoli; e il Comune dell'Isola d'Elba, che riunirà otto Comuni elbani ovvero Campo nell'Elba, Capoliveri, Marciana, Marciana Marina, Portoferraio, Porto Azzurro, Rio nell'Elba, Rio Marina.
I vantaggi delle fusioni Se tutti questi referendum avranno esito positivo, sottolinea un comunicato di Anci Toscana, si potrà avere un risparmio di circa 500.000 euro all'anno, stimati in maniera abbastanza approfondita, e anche una riduzione dei consigli comunali e un assottigliamento delle giunte. Per i consiglieri si parla di 130 seggi in meno, mentre 50 saranno gli assessori tagliati. Inoltre ai nuovi Comuni risultanti da fusione, secondo l'art. 64 della legge regionale 68/2011, andrà un contributo regionale fissato ad un massimo di 600.000 euro spalmati in 5 anni, oltre ad un contributo statale decennale. Ma la strada delle fusioni in Toscana non si ferma qui: sono, infatti, 16 i Comuni in attesa del parere regionale in merito alla fusione. Si tratta di Scarperia e San Piero a Sieve (Fi); Montemignaio e Castel San Niccolo' (Ar); Crespina e Lorenzana (Pi); Gaiole in Chianti e Radda in Chianti (Si); Sillano e Giuncugnano (Lu); Aulla e Podenzana (Ms); e Abetone, Cutigliano, Piteglio e San Marcello Pistoiese (Pt).