È stata ritrovata la ragazza scomparsa giovedì scorso che si era allontanata dopo una lite con il convivente, come lui stesso aveva raccontato ai Carabinieri, dalla casa in cui la coppia vive a Bientina (Pisa). La giovane donna è stata rintracciata in nottata, su un treno diretto a Firenze proveniente da Pisa, riconosciuta da un maresciallo dei carabinieri, poco prima di scendere alla stazione fiorentina di Santa Maria Novella. La donna, che era in buone condizioni di salute, indossava l’uniforme della Pubblica assistenza, per cui lavora come autista a Cascina, che aveva quando si era allontanata dalla sua abitazione.
Il resoconto della donna La ragazza ha raccontato ai carabinieri di avere vagato per tre giorni a Firenze, dormendo per strada. Si era allontanata con la sua auto, una Chevrolet Matiz azzurra, che ha dichiarato di avere poi abbandonato sul margine della strada in un luogo che al momento non è riuscita a ricordare. Anche il telefono cellulare ha detto di averlo gettato via. Poi si è spostata usando il treno e pagando in contanti, usando il poco denaro che aveva in tasca, ma senza impiegare le carte di credito che pure aveva con sé. La notte scorsa la donna è stata accompagnata e visitata all’ospedale di Pisa dove però i medici non hanno ritenuto necessario ricoverarla. Avrebbe giustificato la sua fuga con la volontà di voler stare da sola dopo la lite con il fidanzato avvenuta proprio giovedì sera, dovuto ad un probabile crollo psicologico.
La vicenda A formalizzare la denuncia di scomparsa, sabato mattina, erano stati i genitori e il convivente. Quest’ultimo aveva confermato il litigio in seguito al quale la donna, infuriata, era uscita di casa, aveva preso la sua auto ed era svanita nel nulla. Sabato il compagno era stato interrogato e, insieme a lui, gli inquirenti avevano controllato l’officina dove il giovane lavora, e “sigillato”, d’accordo con il convivente, l’appartamento della coppia, in attesa dei rilievi scientifici. Erano stati sentiti anche la madre e il padre della fidanzata, che avevano rivolto un appello alla figlia perché desse sue notizie, ed erano state raccolte testimonianze di amici e conoscenti. Allontanamento volontario o qualcosa di peggio, era il timore degli investigatori, coordinati dal Pm Paola Rizzo, che avevano acceso i riflettori anche sul rapporto tra i due conviventi, che negli ultimi mesi sarebbe stato più teso. Un’amica della ragazza si era limitata a dire: «Non è da lei allontanarsi in questo modo. Il resto, quello che penso di questa storia, l’ho già detto ai carabinieri». Di un rapporto «turbolento» aveva parlato Leandro Comaschi, presidente della Pubblica assistenza di Cascina, datore di lavoro della donna.