vinoVino venduto come Igt toscano e olio dichiarato italiano ma in realtà entrambi contraffatti per un giro d’affari di 150mila euro. Sono 5 le persone di una società agricola di Buonconvento (Siena) a cui la Procura contesta i reati di frode nell’esercizio del commercio, vendita di prodotti alimentari con segni mendaci e contraffazione di indicazioni geografiche.

Etichette accattivanti evocative del paesaggio toscano Le indagini, condotte dal Comando Provinciale del Corpo Forestale dello Stato di Siena e coordinate dal Sostituto procuratore della Repubblica Aldo Natalini, hanno permesso di accertare che sia il vino, sia l’olio contraffatti non derivavano da produzioni agricole aziendali, ma erano stati acquistati all’ingrosso allo stato sfuso. L’azienda aveva, poi, provveduto al confezionamento dei prodotti con accattivanti etichette evocative del paesaggio toscano e alla loro commercializzazione nel mercato statunitense e nel ristorante dell’agriturismo aziendale. I ricarichi sul prodotto finito, rispetto al prezzo di acquisto, in alcuni casi potevano arrivare al 700%.

Vino bianco generico venduto come Igt Nel dettaglio la frode relativa al settore vitivinicolo attiene alla commercializzazione di una partita di quasi 10mila bottiglie di vino bianco generico varietale, proveniente da varie parti d’Italia, falsamente etichettato come “Igt” Toscano, quindi con indicazione geografica contraffatta. Le bottiglie, ancora giacenti in azienda, sono state sottoposte a sequestro probatorio.

olio_foto.jpgOlio extravergine italiano, in realtà è greco La frode accertata nel settore oleario riguarda, invece la commercializzazione di quasi mille confezioni di olio extra vergine di oliva falsamente dichiarato di origine “Italiana”, che risulterebbe essere stato prodotto mediante miscelazione con olio extra vergine di oliva ottenuto da varietà di olive greche. In questo caso è stato inizialmente disposto il sequestro probatorio di circa 350 confezioni di olio irregolari ancora giacenti in azienda; successivamente il pm Natalini ha ordinato il declassamento del prodotto dalla categoria merceologica “olio di oliva extravergine italiano” alla meno pregiata categoria “Olio di oliva vergine comunitario”, disponendo la restituzione della merce all’avente diritto sotto la reale categoria di appartenenza.