La montagna ha partorito il topolino. Dopo nove mesi di gestazione da quel 16 marzo quando in ottomila compatti, arrabbiati e colorati di ogni bandiera sfilarono per la città pronti a tutto pur di vedere riconosciuti i propri diritti di lavoratori (leggi), oggi le sigle sindacali cedono all’azienda perdendo i loro più grandi potere in sede di trattative: la forza dei numeri e la coesione. Firmato l’accordo quadro per il rilancio della Banca Monte dei Paschi di Siena. Ma i sindacati si spaccano in due. Favorendo la forza e la credibilità dell’azienda ferma nell’obiettivo di raggiungere il famigerato taglio dei costi e, soprattutto, disorientando i lavoratori che perdono i punti di riferimento nella loro tutela. Nove mesi trascorsi tra slogan, manifestazioni, fischietti, rivendicazioni, denunce facendo maturare un dibattito pubblico acceso, spianando la strada ad una politica populista da ogni versante, facendo disaffezionare alla tessera di un sindacato molti di quegli ottomila. Difficile tenere insieme gli interessi di tutti, da chi lavora ad un call center ignorando il privilegio di uno stipendio fisso e lauto a chi ha dedicato una vita alla propria banca sentendosi parte integrante di una famiglia. Ma ad una trattativa e fuori da questa bisognerebbe uscire compatti e coesi qualsiasi sia il risultato. Per onor di credibilità e di rappresentanza. Per rispetto, poi, di quello che un sindacato è stato nella storia di questo Paese. Il Quarto Stato non è solo un quadro, è una fotografia di un qualcosa che non c’è più ma che occorrerebbe guardare con rispetto e apprendimento. Se ben si osserva non ci sono bandiere, fischietti e slogan ma lavoratori, uniti.
L’accordo raggiunto A tarda notte è stato trovato l’accordo quadro per il piano di taglio dei costi del personale di Banca Mps previsto dal piano industriale. Hanno firmato l'intesa i sindacati Fabi, Fiba-Cisl, Uilca e Ugl credito mentre dalla parte del no si è schierata la Fisac-Cgil oltre aDircredito, Sinfub e Unisin. L'accordo prevede, tra l'altro, 1.110 esternalizzazioni (contro le 2.360 inizialmente previste) (leggi) e l'attivazione di un fondo di solidarietà per l'esodo incentivato di circa un migliaio di altri dipendenti. L'accordo è stato presentato oggi al Cda di Banca Monte dei Paschi per essere esaminato. L'intesa sul taglio dei costi del personale era una delle azioni principali previste dal piano industriale del Monte e più volte i vertici della banca avevano manifestato l'intenzione di chiudere la partita entro Natale.I sindacati che hanno firmato l'accordo rappresentano il 55% degli iscritti al sindacato e il 52% dei lavoratori del Monte. Adesso la palla passa direttamente ai lavoratori che dovranno esprimersi in assemblee con voto certificato
I motivi del voto favorevole «Un'equa distribuzione dei sacrifici, stringenti garanzie per il personale che lascerà il servizio e garanzie occupazionali senza limiti temporali e di area contrattuale, tra le migliori del settore, per i lavoratori oggetto di esternalizzazione». Così le segreterie nazionali di Fabi, Fiba-Cisl, Ugl credito e Uilca-Uil difendono l'accordo quadro su Banca Mps da loro sottoscritto. Le sigle sindacali che hanno firmato l'accordo con l'istituto senese spiegano di essersi fatti carico «con grande senso di responsabilità – si legge ancora – della situazione di grave difficoltà dell'azienda, situazione di cui, va ribadito, i dipendenti non erano minimamente responsabili, con il fondamentale obiettivo di tutelare i lavoratori, definendo misure di tutela efficaci rispetto alle soluzioni inizialmente devastanti proposte dalla Banca, e che sarebbero state comunque adottate senza alcuna intesa»
I motivi del voto contrario «La Fisac Cgil non ha pregiudiziali ideologiche contro le esternalizzazioni, però, la banca, contrastando il nostro progetto di solidarietà, ha scelto la strada delle esternalizzazioni, fragili nel progetto industriale e nelle garanzie occupazionali, unicamente per ridurre i costi». Così il leader dei bancari della Cgil, Agostino Megale, spiega perchè la sua categoria non ha firmato l'accordo quadro sindacale su Banca Mps. Nel corso del lungo negoziato, sottolinea Megale, «abbiamo sempre avuto al centro della nostra azione il risanamento della banca, le garanzie per la tutela dell'occupazione e dell'area contrattuale, contrastando in ogni momento l'idea di un accordo separato. La nostra delegazione trattante ha sempre operato unitariamente mettendo al centro un progetto di solidarietà fatto di difesa dell'occupazione e della contrattazione, ma anche di rinunce e sacrifici tra i lavoratori con riduzione dei costi anche maggiori di quanto ipotizzato dalla stessa banca pur di difendere l'occupazione con garanzie e certezze per il futuro. Nessuno più di noi è consapevole che in momenti come questi le divisioni sindacali non aiutano e la ricostruzione dell'unità anche nel gruppo è il nostro obiettivo e per questo è fondamentale il rapporto e il coinvolgimento delle lavoratrici e dei lavoratori che dovranno esprimersi con il loro voto, al quale tutti ci dovremo attenere».
Tra i due litiganti il terzo gode Intanto l’azienda non può che ritenersi soddisfatta. «Banca Monte dei Paschi di Siena e le Organizzazioni sindacali hanno raggiunto, nella tarda serata di ieri, una ipotesi di accordo su tutti gli argomenti dei progetti contenuti nel Piano Industriale che contribuirà in maniera determinante al rilancio della Banca e del Gruppo, attraverso la piena realizzazione del Piano stesso – si legge in una nota di Rocca Salimbeni – . Restano infatti invariati, anche grazie alle altre iniziative già in atto, tutti i target di riduzione dei costi già annunciati al mercato, così come gli obiettivi di ristrutturazione in prospettiva di una maggiore efficienza e redditività, a fronte di un impatto sostenibile per tutti i lavoratori. La firma dell’intesa consente infatti di confermare gli obiettivi economici di Piano grazie all’attivazione del Fondo di Sostegno al Reddito finanziato con riduzioni ‘one off’ del costo del lavoro attraverso la ‘solidarietà’ che consentirà a circa 1.000 dipendenti che raggiungeranno i requisiti pensionistici nei prossimi 5 anni di poter uscire a partire dal 31 dicembre 2012.L’accordo riguarda anche la scrittura del nuovo Contratto Integrativo Aziendale, le cui linee guida dovranno accompagnare i processi delle attività di back office e la gestione della mobilità dovuta alla riorganizzazione del Gruppo con le nuove Aree Territoriali, le Direzioni Territoriali Mercato e la razionalizzazione della rete delle filiali. Verranno salvaguardati gli elementi centrali del rapporto di lavoro (welfare, salute e sicurezza, condizioni al personale). I contenuti del CIA saranno più attuali e adeguati al contesto di riferimento, oltre a confermare l'attenzione del Gruppo Montepaschi verso i giovani con il riconoscimento di integrazioni economiche per i neoassunti. A conferma della valenza industriale che Banca Mps attribuisce al progetto di societarizzazione delle attività di back office come leva strategica per raggiungere gli obiettivi di efficienza, produttività e redditività, sono state individuate clausole di salvaguardia stringenti sul mantenimento dei livelli occupazionali per coloro che entreranno in questo perimetro. La Banca ha apprezzato il profondo senso di responsabilità che ha accompagnato questa ultima fase di trattativa, pur rammaricandosi per la mancata sottoscrizione delle intese da parte di alcune Organizzazioni Sindacali, in un momento in cui sarebbe stato auspicabile, considerando il difficile contesto, poter arrivare ad una soluzione completamente condivisa».
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