«La crisi non si sconfigge dando colpe infondate alla Germania, non si sconfigge promettendo miliardi che non esistono», neppure «soffiando sulla rabbia, urlando contro i sindacati e il Governo o celebrando funerali». No, la crisi «si sconfigge facendo squadra come avete fatto con l’accordo firmato da poco». Parla con un italiano notevole e davanti a una sala gremita di operai, sindacati e istituzioni Martin Schulz, candidato socialista alla presidenza della Commissione Europea. Il tedesco, prima di scappare a Firenze a pranzo con il premier Renzi, ha fatto tappa alle acciaierie Lucchini di Piombino, accompagnato dal governatore della Toscana Enrico Rossi, accolto a suon di applausi dai lavoratori. «L’Europa non può fare a meno dell’acciaio – ha detto –. Servono innovazione e ricerca e grazie all’accordo di programma Piombino può diventare un’occasione in questo senso».
Clima d’altri tempi Dentro uno dei magazzini della Lucchini Schulz parla e raccoglie consensi. Il clima è quello di altri tempi, con i vari esponenti che si chiamano «compagni» e si danno del tu. «Da anni il Paese più industrializzato è la Cina, seguita da India e Brasile. L’Europa per tornare competitiva deve aprire il mercato solo a quelle realtà che seguono le nostre stesse regole, come il diritto allo sciopero, il minimo salariale e tutti i diritti del lavoro» continua il candidato tedesco. Tornando su Piombino, poi, Schulz parla dello smaltimento navi, futuro prossimo della città. «Per smantellare navi militari o civili moderne – ha concluso – ci vuole altrettanta tecnologia che per la costruzione, dalle tecniche di smantellamento ai rifiuti, al riciclo di materiali preziosi, rari e costosi. È qui che Piombino può essere un’occasione». «A Piombino si tornerà a fare acciaio» ha detto invece il governatore Rossi, invitando Schulz a tornare «quando gli operai, e sarà bellissimo, perforeranno la prima colata di acciaio. Una vittoria industriale e sociale dell’Europa».
Nessuno vuole assistenzialismo Intanto le Rsu non abbassano la guardia sul futuro della Lucchini. «Se alla fine di maggio non dovessero esserci offerte vincolanti ‘dovremo pretendere un impegno serio del Governo» ha detto Lorenzo Fusco della Rsu parlando davanti a Martin Schulz. «Renzi deve sapere non solo che lo aspettiamo qui – ha proseguito Fusco – ma anche che se non verrà lui andremo noi. Noi vogliamo davvero un cambio di passo». A proposito dell’accordo di programma, l’Rsu vuole crederci fino in fondo «per rilanciare davvero la produzione di acciaio», ha concluso Fusco, perché alla Lucchini, nessuno vuole assistenzialismo. I lavoratori pretendono in fondo solo di poter lavorare. Come dargli torto.