Nessun passo indietro, da parte dell’azienda Grandi Molini sul ritiro dei 17 licenziamenti prospettati, senza ricorrere nemmeno alla cassa integrazione. E rifiuto anche a prendere parte al tavolo tecnico di trattativa convocato dal presidente Enrico Rossi, oggi pomeriggio a Firenze. Un esame degli orientamenti del gruppo Gmi è stato al centro dell’incontro, che si è svolto stamani a Livorno, tra i rappresentanti delle organizzazioni confederali e di categoria della Provincia di Livorno (Cgil, Cisl, Uil e Flai, Fai e Uila) al quale ha preso parte il consigliere del presidente Rossi per il lavoro Gianfranco Simoncini. Incontro che è servito per fare il punto della situazione dopo la notizia del rifiuto, da parte dell’azienda, alla proposta di accordo avanzata dalla Regione e la conferma perciò della volontà di procedere con i licenziamenti.
Richiesto radicale cambio di atteggiamento Simoncini ha ribadito il pensiero espresso già dal presidente Rossi, ritenendo inaccettabile ed incomprensibile la decisione di non voler utilizzare la cassa integrazione straordinaria, prevista per le aree di crisi complessa, come nel caso di Livorno. Lo stesso Simoncini ha poi definito inaccettabili le motivazioni addotte dalla proprietà, anche alla luce del nuovo testo dell’articolo 44 del Jobs act, che sembrerebbe scritto apposta per vicende analoghe nelle quali è prevista la continuità dell’attività produttiva. In vista dell’incontro fissato per il prossimo 14 aprile a Livorno i partecipanti di quello odierno, ovvero il consigliere di Rossi Simoncini, l’assessore allo sviluppo economico del Comune di Livorno Francesca Martini ed i sindacati, chiedono perciò alla proprietà un radicale cambio di atteggiamento e la sospensione dei licenziamenti. Questo anche in vista di quello successivo, fissato dal Mise a Roma il 20 aprile prossimo, che coinvolgerà tutte le parti in gioco.
Il sindaco Nogarin: «Posizione gravissima e incomprensibile» Nella giornata di ieri alla notizia dei licenziamenti, la seduta del Consiglio comunale a Livorno è stata sospesa immediatamente. «E’ una posizione gravissima e incomprensibile – afferma il sindaco Filippo Nogarin – e il fatto che gli esuberi su Livorno siano stati ridotti da 30 a 17 è solo una magra consolazione. Non ricorrere agli ammortizzatori sociali, che avrebbero permesso ai dipendenti di sopravvivere per 20 mesi in questa fase di passaggio, non ci lascia per niente fiduciosi sugli sviluppi futuri di questa vicenda».