È la fine del sistema-Siena. Forse. O forse è troppo presto per dirlo. Di sicuro nella città del Palio stanno cambiando alcuni importanti equilibri sociali, economici, politici e amministrativi. Lo dimostra il fatto che solo pochi giorni dopo la nomina da parte del cda del Monte dei Paschi di Fabrizio Viola come nuovo direttore generale dell’istituto di credito senese, il presidente della Provincia e il sindaco di Siena, rispettivamente Simone Bezzini e Franco Ceccuzzi, in una conferenza stampa congiunta, hanno annunciato che il sistema senese «deve lottare e impegnarsi collettivamente facendo uno sforzo ulteriore per aprirsi all’esterno, e intercettare nuovi flussi finanziari da portare sul territorio».
Carramba che crisi! Per usare un’espressione cara alla nota conduttrice tv Raffaella Carrà, «Dopo un paio di anni, la crisi è qui!», e via con il gingle che ha reso nota la trasmissione ‘Carramba che fortuna’. La crisi economica di cui si sente parlare da quasi tre anni in tutto il mondo arriva anche a Siena, patria del Monte dei Paschi e della sua Fondazione soprattutto, un ente che da sempre ha adempito alla sua missione, cercando di parare qua e là le falle che emergevano nel sistema economico senese. «Abbiamo resistito alle difficoltà meglio di altri territori – ha ricordato il presidente Bezzini – ma è indubbio che la crisi sia arrivata anche in provincia di Siena. L’abbiamo affrontata mettendo in campo risorse straordinarie. Mi riferisco alla ricapitalizzazione di Fises, che ha dato sostegno alle piccole e medie imprese, ed ai bandi anticrisi della Fondazione Mps, che ci hanno permesso di estendere gli ammortizzatori sociali verso chi ne era privo, dando aiuto a oltre 4 mila persone». Ora che però i bandi, straordinari e non, della Fondazione non ci sono più, a Siena e nei territori circostanti bisogna cambiare registro e impegnarsi maggiormente se si vuole continuare a mantenere quell’elevata qualità di vita e soprattutto quell’importante tasso di ricchezza procapite che ha reso il sistema-Siena famoso in tutto il mondo.
Metamorfosi senese La sfida di Siena è doppia: mantenere l’elevato standard dei suoi servizi e del suo terziario, cercando però nel contempo di fronteggiare la più grave crisi di liquidità della storia della Fondazione Mps che, per la prima volta dalla sua fondazione (1995, ndr), non emetterà alcun bando e nessun finanziamento. Congiuntamente a questo fattore, il cambio di regia in Piazza Salimbeni che, nonostante le rassicurazioni del neodirettore Viola, non è detto possa avere come baricentro primario il territorio senese, anche perché l’istituto di credito deve fronteggiare a sua volta un mercato che non dà assolute certezze sul domani. La ricca Siena dovrà quindi andare adesso alla ricerca di liquidità, cercando di rilanciarsi e di rinnovarsi. «Stiamo lavorando – hanno spiegato Bezzini e Ceccuzzi – insieme agli altri comuni della provincia per proporre al governatore della Toscana, Enrico Rossi, progetti strategici di interesse regionale sui quali incentrare lo sviluppo di Siena e della sua provincia da qui al 2020. Abbiamo già individuato alcuni settori che saranno i motori principali dell’economia di domani: le biotecnologie, l’Ict (cioè il distretto tecnologico) e il distretto culturale, con al centro il recupero e il rilancio del Santa Maria della Scala». Seguendo le linee che tracciano questi comparti, il primo cittadino senese, Franco Ceccuzzi, non esclude nemmeno la possibilità di alcuni cambiamenti, strutturali e strategici, alla stessa struttura urbanistica della città. «Il Comune di Siena è pronto ad accogliere le esigenze di ampliamento del centro ricerche di Novartis, nelle zone residenziali di Petriccio e Acquacalda – ha detto il sindaco -. Siena potrà poi contribuire in maniera rilevante al Distretto Ict, che oggi vede Pisa come territorio di riferimento a livello regionale, ma che non potrà essere sempre da sola il motore trainante di questo comparto. La città, infatti, è ricca di realtà imprenditoriali che, partendo dalla collaborazione maturata in questi anni con la Banca Mps, si collocano su una dimensione nazionale, in un settore in grande espansione. Non sarebbe giusto per il territorio che queste realtà, dopo che sono cresciute a Siena, vadano per forza a cercare fortune altrove». Ceccuzzi ha poi rilanciato sul filone della cultura che passa necessariamente per il portare a compimento il progetto di rilancio del Santa Maria della Scala, su cui la città investe da anni e che potrà essere il vero fulcro sul quale costruire la sfida per Siena capitale europea della cultura 2019.
Le mete, il mezzo per raggiungerle Siena Capitale della Cultura 2019, appunto, e Siena Carbon Free 2015. Sono questi quindi gli obiettivi, le sirene che devono attrarre investitori (e liquidità soprattutto) nel territorio senese. Il primo passo è la firma del patto per arrivare al piano di sviluppo, finanziato dalla Regione Toscana, che Bezzini e Ceccuzzi annunciano come pronto entro i prossimi due mesi. «Il Patto può davvero rappresentare un’ulteriore occasione per mettere a sistema energie locali e regionali e attrarre risorse fondamentali», hanno concluso i due amministratori. A guidare questo percorso sarà una cabina di regia formata da Provincia, Comune e Camera di Commercio di Siena, insieme ad un rappresentante per ognuno dei sei distretti circondariali dell’interland senese (Val d’Elsa, Chianti, Val di Merse, Amiata-Val d’Orcia, Crete Senesi e Val di Chiana senese). La Provincia sarà un po’ il fulcro di tutti questi meccanismi. In tempi in cui si parla di riduzioni della spesa pubblica, tagli agli enti provinciali e ridimensionamento delle governance territoriali, anche questa è una bella metamorfosi.