Inizio d’anno in negativo per l’artigianato toscano. Nei primi tre mesi del 2015 sono cessate dall’Albo Artigiano 3.769 imprese, mentre le imprese iscritte sono 2.798. Il saldo fra nate/morte è –971 imprese. Il settore più colpito continua ad essere quello delle costruzioni che da gennaio a marzo ha perso altre 674 imprese (953 nuove imprese contro 1.627 chiusure).
Cna Toscana: «Un bollettino di guerra» «I numeri certificano il tributo che le imprese artigiane hanno pagato, e continuano a pagare, alla crisi – ha commentato Valter Tamburini, presidente CNA Toscana -. Un disastro. Dal 2008 al 2014 è stato un bollettino di guerra: la crisi ha messo al tappeto 9.335 artigiani con la perdita di circa 28.000 posti di lavoro, una decimazione che ha coinvolto tutti i settori, dall’edilizia ai trasporti, dalla manifattura ai servizi. Purtroppo i dati del primo trimestre 2015 confermano le nostre preoccupazioni: la crisi continua a mordere».
Artigianato traino per l’economia toscana «Con un fatturato 2014 di 6 miliardi di euro circa, l’artigianato toscano comunque rappresenta ancora la base fondamentale per l’economia della nostra regione – continua Tamburini -. Riduzione del carico fiscale, semplificazione burocratica, promozione, accesso al credito sono sempre i punti cardine per il nostro comparto e, insieme a questi, innovazione, ricerca e accelerazione delle opere pubbliche. Alla Regione Toscana chiediamo una politica economica orientata a valorizzare il nostro vero patrimonio produttivo, le piccole imprese, con incentivi per le reti, l’internazionalizzazione e l’innovazione; inoltre sostegno ad Artigiancredito Toscano, il consorzio di garanzia unitario dell’artigianato toscano, strumento insostituibile che facilita l’accesso al credito delle piccole imprese e che, in particolare in questi anni, ha svolto il ruolo fondamentale di ammortizzatore sociale per le piccole aziende in difficoltà. In assenza della garanzia, l’accesso al credito sarebbe precluso alla quasi totalità delle micro e piccole imprese, con conseguenze facilmente intuibili in termini di crisi aziendali e di chiusure».